Dalla centralità assoluta dei Costruttori giapponesi a una MotoGP a trazione europea. Negli ultimi anni il dominio Ducati ha ridisegnato gli equilibri tecnici della classe regina. Honda, che per decenni ha dettato regole e sviluppi, oggi si trova costretta a inseguire. Secondo Carlo Fiorani, figura storica del reparto corse e ancora oggi vicino all’ambiente Hrc, la svolta è mancata nel periodo del Covid. Mentre Ducati, Aprilia e KTM riorganizzavano metodi e priorità, le Case giapponesi hanno proseguito con uno sviluppo tradizionale, perdendo il treno dell’innovazione. L’autonomia decisionale europea si è ridotta e la struttura piramidale giapponese ha mostrato i suoi limiti: troppo lenta, poco permeabile, con un approccio ancora centrato sul motore, mentre la MotoGP moderna richiede competenze aerodinamiche, ciclistiche e relazionali. L’arrivo di figure come Romano Albesiano e l’apertura a nuovi metodi di gestione possono segnare una svolta ma non immediata. Per Fiorani, il vero cambio di passo arriverà con i nuovi regolamenti 2027. Fino ad allora, Honda potrà crescere ma senza rivoluzioni. E sarà fondamentale anche la scelta dei piloti. Oggi mancano fuoriclasse in grado di fare la differenza. Servirà ricostruire, anche sul piano umano. Perché l’ambiente, il gruppo e la fiducia, secondo Fiorani, valgono quanto la telemetria. E Bagnaia, per ora, resta l’esempio da tenere d’occhio...