Capello: "Del Piero ha tutto per fare l'allenatore. Ma guardi Pirlo e non abbia fretta..."

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L’ex capitano della Juventus ha ottenuto la licenza Uefa Pro. Don Fabio lo allenò in bianconero dal 2004 al 2006: "Mi piace pensare che tutti i miei ragazzi di allora abbiano preso qualcosa da me"

Marco Guidi

Giornalista

22 maggio - 16:41 - MILANO

Alessandro Del Piero potrebbe essere solo l’ultimo di una lunga fila. L’ex Capitano (volutamente con la “C” maiuscola) della Juventus ha ottenuto, infatti, l’altro giorno la licenza Uefa Pro. Fabio Capello allenò Pinturicchio alla Juventus dal 2004 al 2006. E della squadra di quel biennio, ben quindici giocatori hanno già intrapreso - e in alcuni casi mollato - la carriera di allenatore. Da Tudor a Vieira, solamente per citare due tecnici dell’attuale Serie A. “Mi piace pensare che tutti i miei ragazzi di allora abbiano preso qualcosina anche da me. Come io ho fatto da Herrera, Liedholm e Fabbri”, dice don Fabio. 

Anche da Ale si aspetta che porti con sé i suoi insegnamenti? 

“Beh, devo dire che c’è stato un periodo con me in cui Del Piero giocava poco. Da grande professionista, però, si è sempre allenato al massimo, anche se ovviamente non sarà stato d’accordo. Ecco, come capitato a tutti gli ex calciatori, se un giorno siederà su di una panchina si accorgerà cosa vuol dire dover prendere delle decisioni impopolari (ride ndr)”. 

Ammettiamo che fa effetto sentire Del Piero in panchina... 

“Avevamo un attacco eccezionale: Ibrahimovic, Trezeguet, ma pure Mutu... Ecco, il recupero del talento romeno è stato il più importante della mia carriera da allenatore. Arrivò da sei mesi in cui non si era mai allenato e quasi non sapeva più nemmeno calciare...”. 

Torniamo a Del Piero, se lo immaginava allenatore 20 anni fa? 

“Sì perché è sempre stato intelligente. Ha ovviamente personalità, sa parlare un ottimo inglese. E non è un tipo che ha fretta. Una volta che ha smesso di giocare non si è tuffato subito in una nuova carriera: ha fatto pubblicità, è anche opinionista. Sempre con classe, sobrietà e professionalità, lui è così in tutto quello che fa”. 

Cosa gli consiglierebbe all’inizio della nuova avventura? 

“Proprio di non avere fretta. Di non bruciare le tappe, partire magari dal settore giovanile e salire per gradi. Prendete Pirlo: il percorso che gli era stato delineato, con la Juventus Under 23 come prima tappa, era corretto. Poi si è trovato catapultato in prima squadra prima ancora di iniziare e, nonostante abbia vinto due trofei, l’hanno mandato via. Ma allenare è un altro mestiere, serve tempo per imparare, maturare esperienza. I calciatori, anche i campioni, sono portati a pensare con “io”, da tecnico devi ragionare solo col “noi”“. 

Ha avuto modo già di dirglielo? 

“Le dico la verità, ho incrociato Alessandro in treno proprio due giorni prima del suo esame a Coverciano (ride ndr). E un po’ abbiamo parlato...”. 

La notizia della licenza d’allenatore a Del Piero ha portato molti tifosi bianconeri a sognare già un futuro sulla panchina della Juve... Basta farsi un giro sui social. 

“Ecco, capisco la suggestione, ma quando dico di non avere fretta intendo proprio evitare premature tentazioni facili. Un tecnico si forma nel tempo, mettendo insieme pian piano uno staff affidabile e di primo livello. E qui ho un altro consiglio: non bisogna circondarsi di “yes man”, ma di collaboratori preziosi e pieni di idee”. 

Qualcuno sostiene che per essere grandi allenatori occorre essere stato prima un centrocampista. Guardando Guardiola o Conte viene da pensare sia vero. Del Piero era però un “10”, poi una seconda punta... 

“È una mia vecchia frase, che è stata copiata anche da altri (ride ndr). Certo, aver giocato in mediana aiuta, perché già da calciatore ti obbliga a letture tattiche più profonde rispetto agli altri ruoli. Ma vorrà dire che Alessandro arretrerà il suo raggio d’azione una volta in panchina: è intelligente, forse gli servirà solamente un po’ più di tempo, ma sono sicuro che ce la può fare”.

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