Caldo, preghiere e due ingressi al ristorante: come si vive e si allena in Arabia Saudita

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Fans watch the Saudi Pro League football match between Al-Nassr and Al-Kholood at Al-Awwal Park in Riyadh on March 14, 2025. (Photo by Fayez NURELDINE / AFP)

Strutture di altissimo livello, miglioramenti costanti, organizzazione ma anche allenamenti con l'aria condizionata e alcune limitazioni. Tramezzani: "Esperienza bellissima, e poi  Simone va in un top club..."

Furio Zara

5 giugno - 13:40 - MILANO

Gli allenatori che da qualche anno corrono nella direzione del golfo arabo su un tappeto lastricato di petrodollari, sono attesi da un’esperienza di vita unica - come un giro nella giostra più fantasmagorica del circondario - e mettono in conto che lavorare da quelle parti significa cambiare la prospettiva con cui si guarda il pianeta-calcio, modificare significativamente la metodologia degli allenamenti, accettare una cultura diversa sia in campo ma anche, soprattutto, nella quotidianità. Per chi riesce a cogliere in tutto questo un’opportunità di crescita, l’Arabia sarà una tappa da ricordare. Per Paolo Tramezzani, tre mesi all’Al-Faisaly nel 2021, è andata così. “Esperienza breve ma bellissima. Ovunque sono andato, ho portato con me la famiglia. E allora, se chiedete a mia moglie e a mia figlia dove vorrebbero tornare risponderanno in Arabia”. L’allenatore globetrotter per eccellenza del nostro calcio - due giorni fa ha trovato l’intesa con i ciprioti dell’Ael Limassol - spiega quale è l’approccio migliore per avvicinarsi a una realtà così diversa dalla nostra. 

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