Il primo anno in Inghilterra è stata una tappa fondamentale per il difensore azzurro, che guarda avanti: "Ora c'è la Norvegia..."
dal nostro corrispondente Davide Chinellato
20 maggio 2025 (modifica alle 08:42) - LONDRA
Quel giro di campo sul prato dell’Emirates in festa Riccardo Calafiori se l’è goduto tutto. Anche perché per il pubblico dell’Arsenal, il difensore italiano col numero 33, in campo nella ripresa nell’ultima casalinga del 2024-25 col Newcastle che ha sigillato la qualificazione in Champions, è già diventato un idolo. Per come si è inserito nel gruppo, per quel look da Serie A di fine Anni Novanta/inizio Duemila che in Inghilterra mantiene un fascino smodato, per aver fatto da modello per il club e per quella foto con Dua Lipa nell’indimenticabile notte di gala del quarto di Champions col Real Madrid. Avrà anche giocato poco per colpa dagli infortuni, ma questo primo anno inglese di Riccardo Calafiori è stato un completo successo. “Mi porto via l’essermi misurato col campionato più importante e difficile al mondo e il vedere che potevo starci tranquillamente. Mi ha fatto molto piacere e sono convinto della scelta che ho fatto” ha raccontato alla Gazzetta nella pancia dell’Emirates dopo la vittoria col Newcastle, cuffie d’ordinanza al collo e foto delle tante ammiratrici anche mentre parla coi giornalisti.
BUONA LA PRIMA
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La prima di Calafiori, quindi, è stata un successo. Arrivato all’Arsenal dal Bologna che non l’ha mai dimenticato (era in videochiamata con gli ex compagni nello spogliatoio dell’Olimpico, per festeggiare almeno virtualmente la vittoria della Coppa Italia), Calafiori ha mostrato presto di aver capito cosa chiedeva Arteta e quello che poteva dare. Il gol a settembre in casa del Manchester City è stato la punta dell’iceberg di un inizio show. “Quello che è mancato secondo me è stata solo la continuità quest’anno: cercherò di essere continuo anche l’anno prossimo”, ha raccontato. Quella continuità sono gli infortuni, perché ogni volta che stava per salire al livello successivo, il neo 23enne si è dovuto fermare: è successo a metà ottobre, poi di nuovo a fine novembre, poi a inizio gennaio e di nuovo a metà marzo, con l’infortunio in Italia-Germania di Nations League smaltito dopo un mese e mezzo, in tempo per giocare la finale di ritorno col Psg che ha sancito la fine dell’avventura dell’Arsenal in Champions. “Non ho rimpianti - dice - Quando sono stato bene ho sempre giocato e ho anche fatto la differenza: penso che l’obiettivo ora deve essere quello di rimanere in forma tutto l’anno. Per me personalmente questa prima stagione è stata una bella esperienza, anche se ovviamente quando si vince trofei è sempre meglio”.
italia
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È un obiettivo per la prossima stagione, considerando che Calafiori non ha nessuna intenzione di muoversi: “Qui sto benissimo” dice con un sorriso. Il suo primo anno in Premier si chiuderà domenica in Southampton-Arsenal, coi Gunners già sicuri di Champions e secondo posto e con la sua idea di arrivare a 20 presenze, magari con l’ultima da titolare. Prima di pensare alla prossima stagione, Calafiori però ha un obiettivo azzurro: Norvegia-Italia del 6 giugno a Oslo, già pesantissima nella strada verso il Mondiale. “È una partita già determinante purtroppo per come hanno organizzato, col fatto che loro ne hanno già giocate due - dice - Noi dobbiamo andare sicuramente al Mondiale, è troppo importante”. Nel sorriso con cui saluta, c’è tutta la fiducia di chi è sicuro che questo primo anno inglese sia solo l’inizio.