Dopo il ManCity, la famosa Jacket anche per il club rossoblù. Tra i volti del brand c’è il tennista Mattia Bellucci
Simona Airoldi
25 ottobre - 08:52 - MILANO
Appartenenza. È questa la parola chiave della nuova partnership pluriennale che lega C.P. Company al Bologna, un sodalizio grazie alla quale il marchio fondato da Massimo Osti nel 1971, padre dello sportswear urbano Made in Italy, riesce a fare ritorno nella città dove tutto è iniziato, diventando Fashionwear Partner del club rossoblù.
le gradinate inglesi
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Dopo la collaborazione siglata lo scorso anno con il Manchester City, uno dei club più importanti del calcio mondiale, C.P. Company ha quindi scelto di tornare nella sua terra d’origine. Una mossa, questa, pensata e realizzata con l’obiettivo di completare un viaggio partito proprio da Bologna e poi passato per le gradinate del calcio inglese, dove la Goggle Jacket è diventata nel corso degli anni un’icona inconfondibile della cultura terrace britannica in ogni angolo del mondo. "Quello con lo sport rappresenta per noi un connubio imprescindibile", racconta Enrico Grigoletti, vicepresidente del brand. "Ma non è sempre stato così: è nato sugli spalti degli stadi del Nord dell’Inghilterra verso la fine degli anni Ottanta, quando i tifosi delle squadre di Liverpool, di Manchester. Ma anche di altre aree circostanti, iniziarono a varcare sempre più numerosi la Manica per venire in Italia durante le trasferte delle Coppe europee. Grazie a questi viaggi riuscirono a scoprire nel nostro Paese una serie di marchi da poter esibire al loro ritorno. Da quel momento, il legame si è progressivamente radicato, diventando in modo inequivocabile parte integrante della cultura sportiva e della memoria collettiva legata al calcio". E proprio la Goggle Jacket, un capo progettato inizialmente con le lenti incorporate nel cappuccio per poter essere indossata dai piloti della Mille Miglia (che dovevano controllare continuamente il tempo sui propri orologi), è assurta a simbolo trasversale e internazionale grazie al suo potere evocativo e alla sua indiscutibile capacità di accorciare le distanze tra giocatori e pubblico.
la culla della creatività
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La nuova partnership siglata tra C.P. Company e il Bologna, in equilibrio tra passato e futuro, vuole celebrare il profondo legame esistente tra il marchio e la città, da sempre culla di straordinaria creatività e continue contaminazioni. Il capoluogo emiliano è, per tradizione, conosciuto come eccellente laboratorio di musica, arte e sport, un luogo dove le idee viaggiano veloci come un contropiede. "Questa collaborazione, in bilico tra archivio e innovazione, è il frutto di una formula magica che parte dalla visione del fondatore e continua oggi come spirito condiviso dai team di design, ricerca e sviluppo prodotto. Più che la chiusura di un cerchio, parla dichiaratamente di un epicentro: quello appunto di Bologna, ovvero la città che, più di qualsiasi altra, ha contribuito a definire il percorso del brand nei modi più disparati", continua Grigoletti. "Oggi indossare C.P. Company rappresenta un simbolo di appartenenza e di understatement", continua Grigoletti. "Testimonia un motivo di orgoglio che nasce quando qualcun altro ne riconosce i simboli e il valore intrinseco dei capi".
l'estetica del workwear
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Quella disegnata per il Bologna è una collezione esclusiva declinata nelle tinte classiche della squadra allenata da Vincenzo Italiano, con la Goggle Jacket declinata in Navy Blue e arricchita da lenti rosse personalizzate. I giocatori e lo staff tecnico del club rossoblù la indosseranno nei viaggi e durante gli arrivi allo stadio, sia in occasione delle competizioni internazionali (l’Europa League) sia, ovviamente, per i match di campionato, diventando un modo per raccontare la propria identità anche fuori dal campo, con la stessa fierezza con cui si difende una maglia.
sportswear a 36o gradi
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Il 2025 segna senza alcun dubbio il rafforzamento del legame del marchio con il mondo dello sport. Oltre al calcio, infatti, C.P. Company accompagna le sfide del velista Alberto Riva e del tennista Mattia Bellucci, due atleti italiani in continua ascesa che condividono la stessa visione del brand, ovvero sperimentare, innovare e, soprattutto, non temere il vento contro. Quello del marchio bolognese è uno stile cha, da oltre 50 anni, gioca d’attacco, reinventando il confine tra moda e funzionalità, fondendo l’estetica del workwear con la ricerca tessile.
territori da esplorare
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Quale sarà la prossima sfida di questa storia che unisce abbigliamento, sport e comunità? "Stiamo lavorando per integrare sempre di più stimoli che arrivano da culture sportive diverse. Sul versante calcistico, invece, stiamo esplorando altri territori, sia geografici, sia legati a opportunità differenti rispetto alla partnership con una singola squadra. Non ci interessano molto i progetti cosiddetti one shot. Per noi è fondamentale fare squadra, costruire rapporti a lungo termine, perché sono quelli che permettono di andare più in profondità".



