Bruno Barbieri: "Per il Milan stasera una bella cottura lenta. Motta, un po' ti sta bene..."

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Lo chef supertifoso prima della finale di Coppa Italia: "Giocavo bene, ero una mezzala di talento, un giorno mi hanno anche invitato a Casteldebole. E quando ho incontrato Saputo per strada..."

Matteo Dalla Vite

Giornalista

14 maggio - 12:19 - ROMA

“Andavo in curva Andrea Costa a tifare Bologna. E giocavo: ero una mezzala, uno di quelli bravi. Un 10. Gran piede. Un giorno, diverso tempo fa, mi invitano a Casteldebole. Con tanto di maglia, Barbieri scritto sulle spalle. L’ho ancora a casa, ovviamente. Maglia rossoblù. Tiro un rigore per gioco. Parato? Macché: gol”. Chef Bruno Barbieri sta salendo su una nave da crociera: non sta mai fermo, un bolognese globetrotter e dall’accento che giustamente spicca.

Apparecchiamo: Barbieri e il calcio. 

“Da piccolo giocavo a Medicina, nel campetto della parrocchia. Poi a un certo punto ho dovuto scegliere, innamorandomi della cucina. E questa finale è come una finalissima di Masterchef: all’ultimo secondo può succedere di tutto. Conto e spero per il Bologna ovviamente”. 

Ecco, come si cucina il Diavolo? 

“Con una bella e lunga cottura. Ha presente il gol di Orsolini all’Inter, esempio perfetto dell’accerchiamento con colpo finale? Ecco, così: verso la fine, alzi la fiammella, aumenti il fuoco e chiudi prima del novantesimo. Perché io, dei rigori, avrei una gran paura”. 

Il Bologna la sua ultima Coppa Italia la vinse proprio ai rigori, cinquantuno anni fa contro il Palermo. 

“Ho adorato Bulgarelli. E Beppe Savoldi? Dai: era un gran figo. Poi, begli anni, Signori, Baggio: ragazzi, a Bologna sono arrivati e ci sono stati dei giocatori fantastici, superlativi. Bologna è questa: ti fa vivere bene, ti fa crescere e ti ricostruisce anche. Ti dà questa roba qui: ti rifai, ti rigeneri una vita. E rinasci meglio di prima. Sa che un giorno ho incontrato Saputo per strada?”. 

E cosa gli ha detto? 

“Onestamente: non avrei voluto rompergli le scatole, magari con tutta la gente che lo ferma ho pensato che sarebbe stato meglio lasciar stare. Ecco: mi ha fermato e salutato lui. Gli ho praticamente fatto capire che è un mito: perché ha ricostruito una passione pazzesca a Bologna in dieci anni. Quello che si è visto quest’anno con la Champions è stato qualcosa da cinema, di fantastico”. 

Ha maglie del Bologna? 

"A volte vado nello store e mi compro una maglia: la tengo lì e magari non la metto. Ma il piacere di comprarla… Ho ancora quella dei tempi in cui andai a Casteldebole, col numero 10. Quella non si tocca. Una volta andai in Colombia girando con la maglia della squadra. La regalai a un ragazzo. Oggi, ma come sempre poi, mettersi la maglia del Bologna fa figo: ed è un orgoglio in più, dai”. 

Foto Lapresse - Omar Abd el Naser 15/12/2015 - Milano (MI), Italia Photocall con i quattro giudici dell’edizione 2016 di Masterchef Italia  Spettacolo  Nella foto: Bruno Barbieri e Joe Bastianich  Photo Lapresse - Omar Abd el Naser 15/12/2015 - Milano (MI), Italy Photocall with the four judges of Masterchef Italy  Show  In the picture:  Bruno Barbieri e Joe Bastianich

A detta di molti, il Bologna per il gioco che ha espresso lungo tutto l’anno meriterebbe di vincere.

“Sono estremamente contento del momento che sta vivendo Bologna assieme alla nostra squadra. E anche orgoglioso. C’è una sconfitta che mi è rimasta lì, sullo stomaco: quella in casa di fine dicembre contro il Verona, quei tre punti lì ci avrebbero fatto fare un salto notevole. Ma è la dimostrazione che devi sempre stare sul pezzo. Insomma, io non so se vinceremo la Coppa Italia, vorrei tanto di sì ovviamente, però siamo lì. Ce la giochiamo, con negli insegnamenti tratti proprio dalla Champions e dalle gare già fatte contro il Milan. Siamo lì noi, ecco: non il Napoli e il Milan”. 

Ha già chiamato Carlo Cracco, tifoso del Milan?

“Forse lo faccio. Però l’altro giorno ho detto una cosa a Cannavacciuolo: Napoli, stiamo arrivandoooo… Saputo ha aperto un ciclo con serietà e con acquisti mirati: siamo tornati ad essere protagonisti, come eravamo una volta”.

Italiano quanto le piace? 

“Mi pare sia un allenatore estremamente bravo. Sul pezzo. Soprattutto, al di là di temi tattici, è uno che è sempre e perennemente nel punto focale della questione e che anche per questo ha il merito di farti dare tutto quello che hai. C’è intensità, grinta, volontà, sicurezza nel proprio gioco e ritorno a quel gol di Orsolini al 93’ all’Inter: solo una squadra che è sul pezzo sempre e fino alla fine può arrivare a quel momento di gioia lì”. 

Bologna’s head coach Vincenzo Italiano during Press Conference for the 2025 Italian Cup Final in Rome, Tuesday, May 13, 2025 - Sport  Soccer ( Photo by Alfredo Falcone/LaPresse )

Nessuno immaginava una stagione così: lei? 

“Via Zirkzee, via Calafiori, il cambio di allenatore. Macché, nemmeno io l’avrei mai immaginata. Ad inizio anno ci davano per finiti e invece siamo a Roma. Motta? Non ha creduto nel progetto, forse gli sta anche un po’ bene per come gli è andata alla Juve. E Italiano deve rimanere a lungo perché non è che tu fai bene e le big vengono a prenderti. No. Bologna deve avere la forza anche in questo. Siamo una squadra che ha dei sogni. Vincere la Coppa Italia equivarrebbe dare un senso anche a chi sfonda i tetti dei 200 milioni per fare mercato”. 

Torna Leao, in squadra c’è Joao Felix e anche Conceiçao in panchina: una ricetta per i portoghesi? 

“Un bacalao cotto e poi mantecato”. 

Per chi non lo sa: mantecato uguale? 

“Rimescolato, facciamo frullato...”.

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