Bertolucci: "Paolini nuova regina. Ma la sua vittoria a Roma arriva da lontano"

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Jasmine sopperisce con il talento alla forza fisica delle avversarie. E a Parigi va per essere protagonista

Paolo Bertolucci

18 maggio - 00:06 - MILANO

C’è una nuova regina a Roma ed è italiana: un successo straordinario che esalta una ragazza umile e con una grande etica del lavoro, capace di esaltarsi in ogni tipo di battaglia e in grado di sopperire con il talento, l’intelligenza e una grande condizione atletica a un fisico certamente non paragonabile a quelli delle grandi picchiatrici a tutto braccio di oggi. Ma la vera differenza che marca le distanze tra la Paolini e il resto della concorrenza è la sua enorme conoscenza di tutte le sfumature tattiche e strategiche del tennis. Jasmine sicuramente possiede un gioco brillante, completo nei fondamentali da fondo, eseguiti in spinta e con una costante ricerca di una posizione offensiva che possa creare un vantaggio immediato nel controllo degli scambi, unito a un ritmo sempre in pressione, eppure è la sua abilità nel trovare sempre un piano B ad averla portata nell’élite della classifica mondiale. A tutto ciò si unisce una grande rapidità di gambe che le permette una straordinaria copertura del campo, con un perfetto presidio degli angoli più insidiosi. Che la Paolini fosse una top player era già acclarato, perché non raggiungi il numero 4 del mondo e le finali di Roland Garros e Wimbledon se non possiedi la stoffa della campionessa di vaglia, ma vincere a Roma per una giocatrice italiana è qualcosa che ti resta per tutta la vita e ti regala una fiducia e una consapevolezza che solo i trionfi più grandi possono eguagliare. Insomma, l’impresa di Jasmine al Foro Italico non è certo una sorpresa: semmai, va rimarcato come la campionessa toscana abbia superato senza traumi e rapidamente il cambio di allenatore, che avrebbe potuto certamente destrutturarne le certezze tecniche. 

direzione parigi

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Una considerazione, ovviamente, merita l’avversaria sconfitta in finale: la Gauff mi ha deluso una volta di più, dimostrando limiti di gioco e di testa piuttosto incomprensibili per una giocatrice che in ogni caso ha già vinto uno Slam e oggi risale al numero due del mondo. L’americana possiede certamente notevolissime doti atletiche che tuttavia non si combinano con le qualità più prettamente tennistiche: il servizio è troppo alterno, il dritto soffre quando le rivali riescono a proporre altre rotazioni che non siano soltanto la botta di potenza e gli errori gratuiti rappresentano una croce che rischia di condannarla tante altre volte nei match più delicati e importanti. Della sua confusione, anche mentale (non si è vista reazione quando nel secondo set la partita le stava sfuggendo di mano), Jasmine ha approfittato alla grande, e confermando una volta di più le sue qualità strategiche. Ma cosa può significare per la Paolini il successo agli Internazionali? Di sicuro, un pieno di fiducia in vista del Roland Garros, dove difenderà la finale raggiunta un anno fa. Con il panorama attuale che propone la concorrenza, la nostra giocatrice può certamente aspirare a ripetere il cammino di un anno fa. All’orizzonte, infatti, non si vedono avversarie che le siano nettamente superiori. A partire da quella Swiatek che la sconfisse in finale nel 2024 ed entrata in una spirale negativa apparentemente senza sbocchi: sulla terra la polacca al massimo della forma rappresenterebbe un ostacolo forse insuperabile, ma al momento c’è addirittura la possibilità che possa saltare l’appuntamento parigino. La numero uno Sabalenka di certo partirà con il ruolo da favorita, ma neppure lei ha la continuità che possa garantirle un cammino agevole verso i sogni di gloria e se non trova la giornata in cui riesce ad incanalare la sua potenza può andare in crisi, soprattutto dal punto di vista della gestione delle emozioni. Per il resto, tutte le altre rivali sono alla portata della Paolini vista a Roma. Che ha pure l’opportunità di tenere alta l’adrenalina con il doppio insieme alla formidabile ed eterna Sara Errani: intanto oggi può confermare il titolo romano di un anno fa e concedersi un’altra giornata storica. Attraverso la specialità Jasmine ha affinato le qualità di giocatrice d’attacco, inserendo il gioco di volo tra le sue armi. Ma con il successo al Foro, Jasmine è entrata in una dimensione diversa, che può consentirle di affrontare con serenità ogni appuntamento futuro: con la sua tenacia, con la sua volontà; con la sua etica del lavoro si è già conquistata un ruolo di rilievo nella storia del tennis italiano.

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