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Matteo, che non giocava dagli Internazionali, ha perso al quinto set contro Majchrzak: "Fisicamente non stavo male, ma dopo Roma ho avuto tanti momenti di down"
Dalla nostra inviata Federica Cocchi
30 giugno - 22:25 - LONDRA
Nemmeno il verde di Wimbledon è riuscito a infondergli l’energia che era sempre riuscito a dargli. Matteo Berrettini ci ha provato, ha giocato cinque set e poi ha ceduto contro il polacco Kamil Majchrzak, 109 al mondo. Una partita iniziata bene, con la vittoria del primo set, ma finita con la rimonta del polacco che ha chiuso 6-4 2-6 4-6 7-5 3-6. Matteo si presenta in conferenza stampa ancora sudato. Come a volersi subito togliere questo peso dal cuore. Guardare in faccia chi lo ha sempre seguito e dirgli che è stufo, che forse non ne vale più la pena. Non giocava dagli Internazionali, dall’uscita in lacrime al secondo turno per il solito addominale guasto. Eppure la lesione non era grave, ma il malessere pian piano si è trasferito alla mente.
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Niente più tornei fino a oggi, fino a qui, quando con lo sguardo vuoto, lo stesso che ha avuto in campo per tutto il match, nei momenti buoni come in quelli cattivi non è riuscito a portare a casa la vittoria che avrebbe potuto, dovuto scuoterlo: “Non trovavo l’energia, fisicamente non stavo male – ha detto con lo sguardo basso -. Dopo Roma ho passato settimane difficili, ho avuto tanti momenti di down in cui dovevo decidere se provarci o non provarci. Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa. Per questo ho bisogno di prendermi giorni per pensare, per decidere cosa fare del futuro perché stare in campo così non è quello che voglio”. Matteo, che ai Championships ha giocato la finale del 2021, fermandosi solo contro Djokovic ha sempre avuto una grande attenzione sulla parte mentale, e se fisicamente conferma di essere integro è proprio la testa a non girare, stavolta: “Forse mi sono rotto anche quella… - tenta di fare una battuta, amara, Matteo -. Ci sta che dopo tutto quello che ho passato in questi anni mi senta stanco. Ho bisogno di prendermi tempo per riflettere e capire cosa fare”.
