(di Paolo Biamonte)
"Heavenly birthday" è la bellissima
espressione, molto in voga sui social, che indica le
celebrazioni dei compleanni di chi non c'è più. Il 16 settembre
Riley B. King, per tutti B.B. King, avrebbe compiuto 100 anni:
se n'è andato alla soglia dei novant'anni a maggio del 2015,
dopo una vita passata a suonare, girando sul bus, alla vecchia
maniera, anche quando i medici e chi gli voleva bene lo
pregavano, senza alcun successo, di scegliere una vita più
riposante e adatta agli acciacchi dell'età.
B.B. King è una superstar di quella generazione di bluesmen
che ha cambiato le regole della musica perché è stata e continua
ad essere il modello fondamentale per il chitarrismo rock. Da
Eric Clapton in poi tutti i grandi nomi che hanno fondato il
rock contemporaneo si sono abbeverati alla fonte della sei corde
blues: per Clapton, che è stato amico di B.B. King, "Live At The
Regal", che è per il blues quello che "Live At The Apollo" di
James Brown è per il Funk, è il disco che gli ha fatto decidere
di suonare la chitarra.
B.B. King aveva uno stile e un suono inconfondibili, più
sofisticato di quello di altri grandi solisti della musica del
Delta, un po' per il suo dichiarato amore per T Bone Walker,
sottovalutato gigante che ha fatto da ponte tra il jazz, il
rhythm and blues, il blues e il rock'n'roll, un po' per la
straordinaria qualità dei musicisti con cui ha suonato agli
inizi della carriera, quando ha avuto vicino alcuni personaggi
destinati a rimanere nella storia del jazz.
Non si può capire la storia di B.B.King, che era nato nel
Mississippi in una famiglia che raccoglieva il cotone, senza
ricordare il fatto che sia cresciuto a Memphis che è una delle
capitali della musica americana: non solo perché c'è la
leggendaria Beale Street, la strada dei club musicali dove Elvis
andava a spiare i grandi del Blues. A Memphis ci sono la Stax,
la casa discografica del Soul, i Royal Studios, dove Al Green ha
inciso i suoi capolavaori, c'è un'importante scena rock (da qui
viene Alex Chilton). E poi Elvis che viveva qui, a Graceland e
che qui alla Sun Record ha iniziato la sua carriera. E guarda
caso Sam Phillips, prima di fondare la Sun Record e scoprire
Elvis, ha prodotto le prime incisioni di B.B. King.
"The Thrill Is Gone", "Every Day I Have The Blues", "Sweet
Little Angel", "You Know I Love You", "Please Love Me", "Let The
Good Times Roll" sono solo i titoli più famosi del suo
repertorio di artista che è una leggenda della chitarra ma anche
un cantante clamoroso, dal timbro rauco da "shouter", innamorato
di Frank Sinatra.
La lista delle star con cui ha suonato e registrato è
sterminata, lui stesso che era un uomo dotato di una grande
ironia, scherzava sul numero di duetti incisi nell'ultima parte
della sua carriera, da Clapton a Zucchero, da Cindy Lauper a Van
Morrison anche se tra i suoi featuring più celebri sicuramente
c'è quello con gli U2 in "When Love Comes To Town".
B.B. King è forse l'unico chitarrista ad aver reso celebre il
nome proprio assegnato alla sua chitarra, Lucille, la sua
leggendaria Gibson ES 335. È stato un uomo generoso, grato alla
vita, che si è speso moltissimo in cause di solidarietà con la
serenità di chi raccontava che se non avesse scoperto la musica
avrebbe fatto volentieri il contadino.
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