"La gente è sempre più
sensibilizzata e cosciente" della "barbarie" in corso sulla
Striscia di Gaza, "che non si può chiamare guerra, perché è
un'occupazione". E la protesta "trasversale" alla Vuelta de
Espana, per "esigere l'esclusione del team di Israele" e che ha
fermato la finale domenica a Madrid, "è assolutamente
legittima".
Lo ha detto il regista Pedro Almodovar, parlando con i
cronisti a Madrid, dove ha partecipato nella centrale Puerta del
Sol con l'attrice Lola Leon e il poeta e direttore generale
dell'Istituto Cervantes di lingua a cultura spagnola, Luis
Garcia Montero, al sit-in per la lettura dei nomi degli oltre
22.000 bambini uccisi a Gaza. Si prevede che l'iniziativa, alla
quale hanno aderito 300 personalità del mondo della cultura, e
che segue l'analoga mobilitazione la scorsa settimana in plaza
Callao, andrà avanti fino alle 22:00 con la sola lettura dei
nomi.
Il maestro spagnolo del cinema ha espresso "un ringraziamento
ai cittadini, che manifestano sempre di più" contro "la
barbarie", poiché "non si può chiamare guerra un'occupazione in
cui qualcuno arriva, ti uccide, occupa il tuo territorio e ci
resta", ha rilevato Almodovar.
Rispetto alle proteste di ieri "sono stato sul punto di
andare", ha segnalato il regista di 'Volver - Tornare'. "Mi
sembrano assolutamente legittime quando c'è uno dei
partecipanti", il team di Israele, "che sostiene assolutamente
Netanyahu. "Protestare per impedire che abbia successo tutto
quello che porta il nome di Netanyahu è un atto di coscienza
civile", ha rimarcato ancora Almodovar.
"La società spagnola è molto solidale", ha anche rilevato il
regista di 'Tutto su mia madre'. "Vedendo le immagini di ieri
c'era gente di ogni tipo e condizione, ragazzi molto giovani,
casalinghe, persone anziane. Credo sia stata una mobilitazione
molto trasversale e necessaria", ha aggiunto il regista e
sceneggiatore.
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