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Se vince in Spagna, Jonas può pensare al Giro 2026, “smarcandosi” dal duello con Pogacar
Fabio Aru
23 agosto - 08:38 - MILANO
Sono in Piemonte in questi giorni, da testimonial per le tappe italiane della Vuelta, e c’è davvero una bella atmosfera attorno alla corsa spagnola, che per la prima volta parte dal nostro Paese a dieci anni dal mio successo. Non c’è dubbio che il favorito per indossare la maglia rossa a Madrid, il 14 settembre, sia Jonas Vingegaard, considerando il fatto che Tadej Pogacar ha deciso di non essere al via: il loro duello al Tour sta segnando un’epoca, però nelle ultime due edizioni della corsa francese si è visto come la bilancia stia pendendo nettamente della parte di Tadej. Per Jonas, quindi, è una Vuelta cruciale. Ha una grande occasione per vincerla, dal Tour senza dubbio è uscito bene, e se ci riuscisse credo che potrebbe essere spinto finalmente a debuttare al Giro d’Italia, l’anno prossimo. Smarcarsi, in un certo senso, dal dualismo con Pogacar potrebbe fargli bene. I rivali principali per lui avranno sempre la maglia della Uae, mi riferisco a Joao Almeida e Juan Ayuso: il portoghese insegue il riscatto dopo la caduta del Tour, e pure Ayuso vorrà dimostrare il suo valore dopo un Giro un po’ sottotono. Toccherà alla squadra gestirli, ma parliamo di due atleti di grandissimo valore e non credo che vedremo screzi tra di loro. Anche perché ormai, nel ciclismo moderno, i grandi team sono vere e proprie aziende e ciò che conta è l’interesse del gruppo, non quello dei singoli. Tra gli altri, non sottovaluterei Egan Bernal: ho letto che ambisce ancora alla tripla corona, cioè mettere il successo della Vuelta assieme a quelli del Giro e del Tour, e uno come lui merita sempre il massimo rispetto. Venendo agli italiani, occhi anzitutto su Ciccone: terzo al Lombardia 2024, secondo alla Liegi 2025, primo tre settimane fa a San Sebastian... Quest’anno il Mondiale in Ruanda è duro e lui fa bene a farci più di un pensiero. Dunque, alla Vuelta, se fossi in lui mi concentrerei sui successi di tappa perché è l’aspetto in cui si può togliere più soddisfazioni. E in Africa, a fine settembre, potrebbe darsi l’obiettivo del podio. Da Giulio Pellizzari mi aspetto una conferma del buono che ha fatto a maggio al Giro, nonostante all’inizio abbia dovuto aiutare Primoz Roglic. Riuscisse ad entrare nei primi 10, sarebbe una bella conferma dopo il sesto posto nella corsa rosa. Il capitano della Red Bull sarà Hindley, ma Giulio potrà avere il suo spazio. Antonio Tiberi di recente ha chiuso secondo il Giro di Polonia, significa che arriva in ottima condizione. Ha le possibilità per fare una buona classifica, una top-5 per esempio. Mentre immagino che Lorenzo Fortunato corra con lo stile del Giro, dove ha vinto la maglia della montagna ed è stato spesso all’attacco. Può ripetersi, magari conquistando un successo di tappa. Senza dimenticare Ganna, Viviani, Bagioli... Le premesse sono ottime: la Vuelta sa offrire sempre spettacolo e noi abbiamo tanti azzurri che possono sperare di essere protagonisti.