Dal 4 novembre, per dieci giorni, le strade di Bologna, Napoli, Roma, Livorno, Genova si schierano contro la guerra con l’intervento di arte pubblica del collettivo Cheap realizzato per Emergency all’interno della campagna “R1PUD1A” per ribadire il rifiuto radicale della guerra, in ogni sua forma, in difesa dell’articolo 11 della Costituzione, proponendo un atto di resistenza politica e protesta visiva per rivendicare il disarmo, la solidarietà e il rispetto dell’Articolo 11 della Costituzione Italiana.
Dopo il grande riscontro ottenuto dalla mostra “Contro la guerra”, progetto di Emergency curato da Cheap , alcune opere escono dai luoghi in cui sono state ospitate, Palazzo delle Esposizioni di Roma e i Musei Civici di Reggio Emilia, per entrare nello spazio pubblico, considerato come luogo di dissenso e cura collettiva, tornando al linguaggio diretto e condiviso che da sempre caratterizza Cheap .
Un gesto collettivo, politico, di riappropriazione del simbolico: in un giorno che commemora una presunta vittoria militare, Cheap ed Emergency scelgono di spostare il discorso, di prendere parola contro la guerra e contro la sua normalizzazione, nei luoghi della vita quotidiana.
“La guerra è la più diffusa forma di terrorismo”; “Nelle guerre moderne, 9 vittime su 10 sono civili”; “Dal 1994, Emergency ha curato più di 13 milioni di persone, Una persona alla volta”; sono alcuni dei manifesti che sono comparsi in 5 città italiane sotto forma di poster firmati da Cheap da artiste e artisti internazionali come DeeMo, Camila Rosa, Luchadora, Jacopo Camagni, Coco Riot, Testi Manifesti, Dario Manzo, Joanna Gniady, Rita Petruccioli, Infinite e Tomo77.
Dall’Italia al Brasile, dalla Spagna alla Polonia: geografie lontane, immaginari diversi, uniti da una convinzione comune: nessuna guerra è inevitabile. A Bologna, inoltre, l’affissione si arricchisce di una selezione di fotografie tratte dall’archivio storico di EMERGENCY, firmate da Francesco Cocco (Afghanistan, 2008), Paula Bronstein (Afghanistan, 2016), Giles Duley (Iraq, 2017), Teba Sadiq (Iraq, 2022) e Mattia Velati (Iraq, 2009): immagini che restituiscono la concretezza e la continuità della guerra come dispositivo di distruzione dei corpi, dei luoghi e dei diritti. “Abbiamo aperto una riflessione sugli immaginari da costruire, per sabotare la retorica bellica e riprenderci lo spazio pubblico, dando spazio a chi ripudia la guerra in tutte le sue forme – spiegano EMERGENCY E CHEAP – Abbiamo indagato le nostre responsabilità individuali e collettive, per non rimanere semplici spettatrici e spettatori della violenza che colpisce le vittime civili”. CHEAP ed EMERGENCY condividono un rifiuto radicale della guerra, in ogni sua forma. In un momento storico in cui la retorica bellica attraversa i media, il linguaggio politico e l’immaginario collettivo, credono sia necessario costruire alleanze tra chi si oppone a questa narrazione e rivendica la possibilità di immaginare un presente diverso. EMERGENCY, nata per offrire cure medico-chirurgiche gratuite di elevata qualità alle vittime della guerra e per promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, dalla sua fondazione è intervenuta in 21 Paesi curando, in tutte le sue strutture, oltre 13 milioni di pazienti nel mondo. Oggi l’organizzazione è presente in 9 Paesi del mondo, tre dei quali con un conflitto in corso: il Sudan, l’Ucraina e la Striscia di Gaza in Palestina. Proprio grazie alla sua esperienza sul campo EMERGENCY afferma, ancora una volta, che il 90% dei morti e dei feriti sono civili. E proprio per questo l’Ong continua a impegnarsi per una cultura di pace, rispetto dei diritti umani e solidarietà.Nel suo primo anno di attività “R1PUD1A” ha raccolto l’adesione di oltre 600 Comuni, più di 1000 scuole e 300 spazi e festival culturali.L’iniziativa è patrocinata dai Comuni di Roma, Bologna, Napoli, Livorno e Genova.
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3 ore fa
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