Anastasia Abbagnato: "Mi ispiro a Sabalenka e a Sharapova ma seguo i consigli di zia Eleonora"

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La giovane tennista palermitana è pronta per fare il salto di qualità nonostante le difficoltà incontrate nel percorso sin da quando era piccola

Pietro Razzini

19 maggio - 13:38 - PARMA

I suoi occhi raccontano le emozioni di un’età, ventun’anni, in cui la vita è ricca di novità da affrontare. Il colore, azzurro ghiaccio, non riesce a celare le sensazioni, quasi contrastanti, che vive Anastasia Abbagnato in questo periodo durante il quale sta entrando nel mondo del grande tennis con risultati soddisfacenti. Lei porta dentro di sé il calore di una terra come la Sicilia (grazie a papà) e la rigidità del clima siberiano (grazie a mamma): opposti che si mixano perfettamente nei colori nordici che la contraddistinguono e nel carattere focoso che mette in campo ogni volta. Anastasia si è raccontata al Tennis Club Parma dove era presente per partecipare al “Ladies Open presented by Iren”, Wta 125 organizzato da MEF Tennis Events. La sua Palermo le manca: “Non riesco a tornare spesso ma quando lo faccio, cerco di trascorrere del tempo di qualità con le persone a cui voglio bene, tra cui anche la mia migliore amica, Aurora. Quest’anno spero di giocare il torneo a luglio e, grazie agli impegni con la Serie A, a vivere il mio compleanno in città a novembre”. Tuttavia è determinata nel seguire il percorso intrapreso nonostante non sempre la strada sia in discesa: “Sto affrontando momenti di grandi cambiamenti. Negli ultimi 4 mesi mi sono allenata in Spagna dove hanno una metodologia particolarmente rigida. Trascorrevo circa dieci ore al giorno tra palestra e campi. Non è stato semplice abituarsi a questa tipologia di lavoro”.

Ha notato miglioramenti da quando si è trasferita ad Alicante?

“Sto cercando di capire cosa serve per migliorarmi. Sicuramente sono cresciuta dal punto di vista della resistenza. Anche il ranking indica che sono sulla giusta strada. Infine, confrontandomi con atlete di livello superiore, alzo sempre di più l’asticella delle mie performance. Tuttavia…”

Tuttavia?

“La domanda che mi sto ponendo in questo momento è un’altra: si tratta del metodo giusto per il mio corpo? Le modifiche della gestione del lavoro sono grandi e non vorrei incorrere in infortuni”.

Che supporto sta trovando tra le persone a lei più vicine?

“Ho la fortuna di avere in famiglia delle persone che hanno già vissuto questo tipo di vita, diventando degli sportivi professionisti. Mia zia (Eleonora Abbagnato che è stata Etoile all’Opéra de Paris) ripete sempre: 'Continua a lavorare duramente perché i sacrifici che stai facendo in questi anni saranno ripagati da soddisfazioni moltiplicate all’ennesima potenza in futuro'”.

Bisogna crederle, visti i risultati ottenuti. “Sicuramente. I suoi consigli sono importanti e io sono una persona di carattere. Certo è che i momenti bui arrivano e non sempre è facile trovare la forza per uscirne”.

Già in passato ne ha dovuti affrontare ed è riuscita a superarli.

“Avevo sette anni quando mi sono trovata davanti a un bivio: a causa dell’osteomielite ho rischiato di non potere più camminare. Grazie a dottori preparati ho vinto questa sfida e oggi sono un’atleta. È proprio in quel momento che ho scelto il tennis per il mio futuro. In effetti, nei periodi tristi, dovrei ripensarci per trovare il coraggio di andare avanti”.

Potrebbe essere importante anche per la gestione delle partite?

“Senza dubbio. Sono consapevole di essere una persona emotiva. Ci sono periodi in cui mi sento super carica ed altri in cui soffro la pressione. Entrare in campo felice, giocare divertendomi: questo deve essere il mio obiettivo per rendere al meglio”.

Ha al suo fianco qualcuno che la possa aiutare a raggiungere questo obiettivo?

“Negli ultimi tempi mi è stato suggerito di non usufruire della del mental coach che, tuttavia, ha sempre fatto parte della mia vita sportiva. In realtà ho sempre considerato utile avere a disposizione questo tipo di professionisti: con loro parlavo sia prima che dopo i match”.

Si tratta della scelta corretta secondo lei?

“Io trovavo benefici da questi incontri. Inoltre aggiungevo colloqui con uno psicologo che mi permettevano di gestire al meglio ciò che riguardava l’extra tennis. Per il tipo di persona che sono, è indispensabile riuscire a essere serena fuori dal campo per dare il meglio in allenamento e in partita”.

Quali altre professionalità ritiene fondamentali per la sua crescita?

“Oltre all’allenatore giusto che mi permetta di sfruttare al meglio il potenziale a disposizione, penso che sarebbe utile avere un fisioterapista che mi segua con continuità: il mio fisico, robusto, lo richiede. Fortunatamente, fino a questo momento, sono sempre stata ben consigliata da persone di fiducia nella scelta durante i diversi tornei. Tuttavia essere trattata sempre dalla stessa persona, sarebbe un salto di qualità notevole”.

Ha degli esempi che segue nel mondo del tennis?

“Ho due modelli in questo sport: sono da sempre affascinata dallo stile, dall’eleganza e dalla sicurezza di Maria Sharapova, siberiana come me. E poi Aryna Sabalenka, atleta di grande personalità e umanità. Ho trascorso del tempo con lei anche a Roma, durante gli Internazionali d’Italia. Ha festeggiato il suo compleanno. Una persona eccezionale”.

A proposito di Roma, che ricordi ha legati a questo torneo?

“Vivo da poco tempo il mondo Wta. Per questo è difficile dimenticare l’esperienza dell’anno scorso nella capitale quando, al fianco di Aurora Zantedeschi, siamo riuscite a superare la coppia formata da due grandi tenniste come Bronzetti e Noskova, perdendo successivamente solo contro Sara Errani e Jasmine Paolini”.

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