Nella partita contro il Kaluga la squadra moscovita ha schierato il più giovane giocatore di sempre in un campionato pro russo e il più alto in assoluto, ex cestista che giocò anche a Varese
Lorenzo Topello
22 agosto - 13:53 - MILANO
Coppa di Russia, turno estivo. La fase embrionale di ogni torneo nazionale. Quella in cui, anche ai confini del continente, scendono in campo le piccole realtà locali che sognano un giorno di affrontare i colossi. Kaluga e Amkal Mosca danno vita a un match come se ne vedono a milioni dalle nostre parti: equilibrio per lunghi tratti, poi un episodio la risolve a favore della squadra della capitale. Che vince 1-0 e passa il turno. Tifosi e addetti ai lavori possono anche lasciare il campo, non fosse che… ci sono da scartabellare almanacchi e record mondiali. E non per un solo primato, bensì due. L’Amkal sa già tutto: in un colpo solo ha schierato il più giovane calciatore della storia russa e il più alto giocatore di sempre. Che infatti, fino a ieri… giocava a basket.
meglio di camarda
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Il percorso regionale della Coppa di Russia entra all’improvviso di prepotenza nella storia del calcio non solo nazionale ma mondiale. In casa Amkal debutta infatti a soli 14 anni, 7 mesi e 19 giorni Vasily Goncharov, piccolo recordman di marca moscovita: è il più giovane russo a scendere in campo in una partita di calcio professionistico, seppur non si parli di campionato ma di coppa nazionale. In Italia il record appartiene a Francesco Camarda, che quando è stato lanciato in campo da Pioli (Milan-Fiorentina 1-0, novembre 2023) aveva 15 anni e 260 giorni.
il colosso podkolzin
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Poi, però, arriva una chicca alta 226 centimetri. Un colosso di nome Pavel Nikolaevic Podkolzin che nella stessa partita, seppur per soli 19 minuti, è diventato l’individuo più alto ad aver mai preso parte a un match di calcio professionistico sul pianeta Terra. E dire che il record da battere mica era facile: prima di lui svettavano (è proprio il caso di dirlo) Kyle Hudlin, ex calciatore dell’Huddersfield, e il portiere Simon Block Jorgensen, danese di nascita ma inglese di adozione che da anni milita nelle serie inferiori del calcio di Sua Maestà. Entrambi si erano fermati a 210 centimetri, Podkolzin li ha spazzati via e per poco non ha persino segnato, nel suo match d’esordio: “Sono grato di questo esordio, ho provato a segnare ma sulla strada ho incontrato un buon portiere. Ci proverò nella prossima gara”.

da varese a dallas
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Ma perché Podkolzin esordisce a 40 anni e mezzo come calciatore? Facile: fino all’altro ieri era un cestista. E così, se non altro, utilizzava al meglio la propria clamorosa stazza: alto dieci centimetri più di Shaqille O’Neal, deve il suo sviluppo all’acromegalia (una rara malattia endocrina che causa un’eccessiva produzione dell’ormone della crescita in età adulta) e si è fatto un nome nel basket pure in Italia. Ha giocato a Varese dal 2002 al 2004: a Novosibirsk, città natale in Russia, lo decantavano come un abile pivot ma in Italia non ha convinto del tutto. Da lì, comunque, è riuscito a regalarsi persino un’esperienza in Nba: sei presenze in due anni coi Dallas Mavericks, solo spezzoni di partita che gli hanno permesso di segnare 4 punti (tutti tiri liberi) e realizzare 9 rimbalzi. Ora ci prova col calcio: il debutto, manco a dirlo, è stato all’altezza.