Zlatan non viene risparmiato dalle critiche, anzi. Extra campo l'apporto è stato modesto ma la delusione vera arriva dal campo, dove lo svedese non ha saputo incidere come faceva da centravanti
"Cardinale ti dà spazio per essere te stesso, in cambio vuole risultati", ricordava Zlatan Ibrahimovic alla vigilia del playoff contro il Feyenoord. I risultati: Milan ottavo in campionato e fuori dalla zona Europa. Eliminato dai modesti olandesi in Champions. Battuto dal Bologna in una finale di Coppa Italia quasi senza storia. Vincitore della Supercoppa Italiana d’Arabia, un torneo che offre la possibilità di alzare il primo trofeo dell’anno tra una passerella commerciale e l’altra. La stagione sportiva del Milan, a detta dello stesso ad Furlani, è stata fallimentare. Tutti responsabili, a maggior ragione chi si occupa di scelte tecniche e mercato. Il dt Moncada, che segue le lezioni online dell’Unisalento per mettersi in regola con il patentino da direttore sportivo, e il super consulente Ibrahimovic.
Il flop dell’area sportiva milan
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Dei risultati si è detto. Le scelte tecniche che li hanno condizionati sono stati la preferenza accordata in estate a Paulo Fonseca, primo allenatore della stagione ed esonerato a fine dicembre. Poi il cambio di rotta su Conceiçao, il Conte portoghese, che del Porto aveva fatto una squadra incredibilmente solida, sempre in campo ad altissima intensità. Difficile che Theo e Leao tenessero gli stessi ritmi. Per Moncada e Ibra un doppio flop. Eccoci al mercato di riparazione in cui spiccano i 28,5 milioni (più bonus) spesi per Gimenez. Poi Joao Felix in prestito dal Chelsea e Walker dal City, Bondo dal retrocesso Monza. Gennaio è stato un periodo di particolare esposizione soprattutto per Zlatan, al banco delle presentazioni ufficiali con Santi ("un killer dell’area di rigore") poi con Felix ("un giocatore magico"). Nessuno più di Ibra dovrebbe intuire il talento degli attaccanti: Gimenez ha chiuso la stagione da riserva, Felix non è andato oltre il pallonetto in Coppa Italia. E se Moncada può rivendicare gli acquisti di Reijnders e Pulisic, i migliori marcatori della stagione, Ibra non ha una scelta particolarmente felice da difendere. Cardinale, che due sere fa, quando il Milan scendeva in campo all’Olimpico era in Qatar per affari, lo aveva incoronato nel febbraio scorso: "Avere Ibrahimovic mi permette di essere a Milano anche dagli Usa, è il mio 'sostituto' in città. Ha l’autorità di essere la mia voce parlando con staff e giocatori, ha una credibilità che nessun altro avrebbe avuto. Parla lui per me". Un’autorità che Zlatan effettivamente aveva da calciatore ma che è meno marcata da dirigente. Sempre a proposito di Gimenez: in un video della cerimonia al Quirinale si vede Zlatan tendergli la mano per stringerla, Santi che ricambia con un cinque veloce e se ne va. Con Theo e Rafa, suoi ex compagni di spogliatoio, non è andata meglio: hanno trascorso una stagione senza particolari affanni, con pochi strappi e molte più partite ad andamento lento. L’opera di convincimento di Ibra non si è fatta sentire.
La delusione di cardinale
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Zlatan è Senior Advisor per la proprietà e Senior Management del Milan dal dicembre del 2023. Un ruolo che comprende la collaborazione "con il team di investimento globale di RedBird per supportare il portafoglio di investimenti dell’azienda nei settori sport, media e intrattenimento". Cardinale avrebbe volentieri sfruttato il seguito globale di Ibra come testimonial, ma oggi basta scorrere i commenti social sotto le campagne pubblicitarie di Zlatan per capire il sentimento dei tifosi. Ibra non è più lontano dalle critiche, anzi. Anche a livello extra calcistico l’apporto dell’ex campione è stato modesto. Ma la delusione vera arriva in campo, dove Ibra non ha saputo incidere come faceva in passato da centravanti. Al contrario, ci sono una serie di gol mancati e movimenti sbagliati che hanno finito per condizionare, stavolta in negativo, la stagione del Milan. Inevitabile che Cardinale sia deluso e che l’area sportiva del club ne esca bocciata. La novità è che stavolta è rimandato anche Ibra. Maldini e Massara pagarono con il posto di lavoro, stavolta succederà il contrario: nessun licenziamento, ma a sistemare le cose arriverà un nuovo ds.