L'allenatore dice la sua sul finale di stagione di Serie B, con tanti club blasonati che rischiano di retrocedere: "Ai playout si azzera tutto"
Lorenzo Cascini
17 aprile - 09:39 - MILANO
Alfredo Aglietti sa come si lotta. In carriera, da allenatore, ha affrontato tante volte situazioni difficili, dove per salvarsi serviva dare qualcosa in più. In quattordici anni di Serie B, ha cambiato nove squadre e ne ha viste di tutti i colori. "Il campionato di B è sempre stato tosto, equilibrato e fatto di molte fasi. È come se fossero più stagioni nella stessa". E quando il pallone scotta e la pressione aumenta, servono qualità particolari. "Chi si salverà? Chi avrà più gamba e più testa".
Partiamo da qui, se lo aspettava un campionato così equilibrato?
"Sinceramente? Sì. La Serie B è così da sempre. La cosa più sorprendente quest’anno, semmai, è vedere tanti club blasonati invischiati nella lotta per non retrocedere".
Su tutte la Samp e la Salernitana. Riusciranno a salvarsi per lei?
"Sono situazioni complesse, anche perché sono due società che hanno investito molto in estate. Hanno rose e tifoserie da Serie A e ora rischiano la C. È paradossale se ci si pensa. Il problema in questi casi è che hai meno giocatori pronti alla battaglia, ma allo stesso tempo il valore dei singoli può salvarti. A giocatori come Coda, basta una giocata per essere decisivi. Ma non è semplice, anche poi per una questione ambientale. Quel che è certo è che non sono club abituati a lottare per non retrocedere".
Che finale di campionato sarà?
"Prevedo delle ultime giornate infuocate, al cardiopalma. Se si guarda la classifica lo si può evincere facilmente: tra il penultimo posto e il decimo ballano solo 6 punti".
Se dovesse indicare tre squadre che rischiano di più?
"Vedo un po’ più indietro Cosenza e Reggiana… ma l’altra è davvero difficile da pronosticare. Anche perché, ai playout, si azzera tutto. È come fosse una finale. Non conta più la classifica, il percorso fatto, niente di niente".
E cosa ci vuole per spuntarla?
"In quelle situazioni vince chi ha più grinta. Per restare in B bisogna essere lucidi, capire quando poter rischiare e quando invece è meglio portare a casa un punto sicuro. Ci vuole anche molta testa. Se devo indicare un’altra caratteristica fondamentale dico la condizione fisica: di solito chi è arrivato più pronto a livello atletico, ha poi mantenuto la categoria, anche se magari sulla carta era sfavorito…".
Dei suoi campionati di Serie B che ricordi ha?
"Ne ho tanti, molti belli e altri meno. Menziono con orgoglio la salvezza di Ascoli e le stagioni con Entella e Novara, che per me sono due piccoli capolavori. In Piemonte arrivai a novembre con la squadra ultima e raggiungemmo addirittura i playoff. Sono momenti che porterò sempre con me e che spero di rivivere presto".