Addio a Nino Benvenuti, da Malagò a Oliva: 'Un mito per sempre'

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Ha scritto pagine leggendarie del pugilato Nino Benvenuti e alla notizia della sua scomparsa il ricordo e l'omaggio è corale. Patrizio Oliva lo definisce la sua 'luce' e 'fonte d'ispirazione', per il presidente del Coni, Giovanni Malagò 'resterà Mito per sempre', mentre per la premier Giorgia Meloni "è stato simbolo di un'Italia fiera, coraggiosa, capace di rialzarsi". L'Italia intera ricorda commossa la figura di Benvenuti e le nottate a seguire i suoi match.

Il Coni ha disposto le bandiere a mezz'asta e il Salone d'Onore da domani pomeriggio ospiterà la camera ardente. Il presidente Malagò ha affidato ai social il suo pensiero: "Sei entrato nell'Olimpo e hai dominato sul ring diventando un'icona senza tempo. Hai conquistato il Mondo, vincendo i Giochi di Roma '60 e poi i titoli iridati, regalando al pugilato e a tutto lo sport italiano un esempio sinonimo di orgoglio. Ciao Nino. Le tue gesta, il tuo sorriso, la tua classe rimarranno un marchio di fabbrica intramontabile. Sei stato un campione straordinario, rimarrai una leggenda, un Mito per sempre". "Per me questo è un giorno molto triste, lui era la mia luce, la mia fonte d'ispirazione - dice Oliva - Siamo stati gli unici pugili italiani e a vincere in un'Olimpiade, lui a Roma e io 20 anni dopo a Mosca, l'oro e la Coppa di miglior pugile del torneo. Quando vinsi, a 17 anni, il mio primo titolo italiano dilettanti lui, disse 'questo ragazzino sarà il mio erede'. Nino ha davvero ispirato tanti di noi, e per me è stato il mio faro". Roberto Cammarelle ricorda che Benvenuti "è stato un grande campione e un grande punto di riferimento per tutti i pugili italiani che hanno sognato di andare alle Olimpiadi. Me compreso. Ho un bel ricordo di lui, soprattutto quello dei Giochi di Pechino, quando ho vinto l'oro. Lui ha commentato la mia vittoria in Rai".

Lo sport, ma anche la politica hanno ricordato Benvenuti: "Addio a Nino Benvenuti, campione straordinario e simbolo di un'Italia fiera, coraggiosa, capace di rialzarsi". Lo afferma sui social la premier Meloni, sottolineando che "è stato uno dei più grandi pugili della nostra storia, ma anche molto di più: profondamente legato alle sue radici istriane, è stato un testimone instancabile della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, contribuendo a scrivere una storia che non era stata raccontata. Grazie, Nino, per i tuoi combattimenti sul ring e per quelli in difesa della verità. L'Italia non ti dimenticherà". Per il ministro per lo sport e i Giovani, Andrea Abodi, Benvenuti "resta impresso nella memoria e nel cuore di chi lo ha conosciuto e seguito nel suo percorso sportivo, suggellato dall'oro olimpico a Roma 1960 e dalle vittorie mondiali. Le poche volte che ha perso, lo ha fatto con onore ed è stato grande anche quando è sceso dal ring, senza mai tradire l'amore per la boxe, l'eterna passione. Un italiano orgoglioso della sua terra, forgiato sin da giovane dalla fuga dalla propria casa con centinaia di migliaia di altri esuli istriani, fiumani e dalmati che lo segnò e lo forgiò nel carattere".

Per il presidente del Comitato paralimpico, Luca Pancalli, Benvenuti è stato "un campione leggendario. L'oro olimpico a Roma nel 1960, il mondiale conquistato al Madison Square Garden contro Griffith, le epiche sfide con Monzon, rappresentano pagine indelebili della storia del pugilato e dello sport italiano e mondiale". Il presidente della federpugilato, Flavio D'Ambrosi dice "la boxe italiana perde il suo monumento. Il suo ricordo rimarrà indelebile, la sua figura è già mito e leggenda. Spesso mio padre mi ha raccontato le sue straordinarie vittorie e quel suo essere uomo da popolo della boxe", ricorda il 55enne D'Ambrosi, che sottolinea come Benvenuti "da campione olimpico a campione mondiale, ha regalato agli italiani quel senso di appartenenza e orgoglio che solo i grandi personaggi possono dare". 

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