Il belga, attualmente n.41 del ranking con due finali nel circuito maggiore, ha talento e attenzione per l'ambiente
“Occhio a quel ragazzo. Il suo gioco vale i primi 20 al mondo”. Richard Gasquet lo dice con franchezza, ricordando al pubblico e a se stesso che dopotutto perdere con uno così ci può anche stare. Solo che dall’altra parte non c’è un plurivincitore di titoli, ma Zizou Bergs. Il palcoscenico? Lo stesso che a breve vedrà il ragazzo belga affrontare Jannik Sinner: il Masters 1000 di Parigi. Esattamente un anno fa Bergs sentiva quella frase e ritrovava motivazione. Ne ha fatto tesoro: dall’ottobre 2024 ad oggi ha guadagnato svariate posizioni nel ranking, due finali e un titolo… in carbonio.
Nel SEGNO DI ZIDANE
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Nel nome del padre e del nonno. Zizou Bergs, prossimo avversario di Sinner, trasuda passione anche dal nome: la mamma si aspettava una femmina e voleva chiamarlo Amélie, il padre confidava nel maschietto e aveva già il nome pronto. Colpa del soprannome con cui Koen Bergs era conosciuto nel calcio amatoriale di Lommel, in Belgio: “Faceva giochetti col pallone. Lo chiamavano Zizou”. Così come il figlio, nato un anno dopo il Mondiale di Francia di cui Zidane fu assoluto protagonista. Anche l’ultimo Masters 1000 dell’anno si gioca di là dalle Alpi. Ma di fronte a Bergs c’è il numero 2 del mondo.
IL LEGAME COL NONNO
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Il padre di Zizou, nella cittadina di Pelt (30mila anime nella periferia di Lommel), di lui non si perde neanche una partita. E pazienza se il ragazzino ha messo da parte subito l’idea del calcio per impugnare la racchetta. Di mezzo c’è una promessa fatta al nonno, venuto a mancare un anno e mezzo fa: “Ero a Miami, non riuscii neanche a presenziare al funerale” raccontava Bergs tempo fa, “lui è sempre stato il mio primo tifoso: ci confrontavamo dopo ogni match, mi spronava sempre a fare meglio dandomi consigli e anche critiche. Mi guiderà anche da lassù”. La passione li ha uniti e avrà fatto esultare anche il nonno lo scorso 13 ottobre: il ragazzo di Lommel, due lunedì fa, si è svegliato al best ranking. Al numero 39.
DUE FINALI
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Nel 2025 si è tolto svariate soddisfazioni dopotutto. Il salto in classifica è arrivato grazie al gran lavoro messo in atto a Shanghai, dove si è fermato solo ai quarti di finale contro Djokovic, ma la crescita è stata esponenziale. Bergs ha giocato due finali, e su superfici differenti: sul cemento di Auckland, dove ha perso con Monfils, e sull’erba di s’Hertogenbosch che lo ha visto cadere contro Diallo. Ma la sensazione è che un titolo da 250 punti sia alla portata. Del resto il ragazzo è cresciuto con i migliori insegnanti belgi: assieme al secondo padre Bemelmans è arrivato nello staff da quest’anno Kristof Vliegen, che nel 2006 toccò la 30esima posizione. Quella che sogna Zizou, e anche qualcosa in più: “Oso puntare alla top 10. Se sei convinto di qualcosa, puoi ottenerla mettendo in atto un piano”.
CUORE VERDE
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Ecco, di piani il ragazzo ne ha diversi. E non tutti riguardano necessariamente il tennis. Per esempio, lo scorso febbraio Bergs ha vinto l’Atp Carbon Tracker, il premio riservato al giocatore che presta più attenzione all’emissione di carbonio quando viaggia. Zizou ha la passione per l’ambiente e un cuore decisamente più grande di una pallina da tennis: ai tempi degli Juniores, durante un torneo in Burundi, si rese conto della propria condizione da privilegiato. E decise così di finanziare regolarmente la fornitura di materiale sportivo in Africa: “Non importa la taglia dell’abbinamento, noi spediamo tutto: corde, racchette, scarpe, felpe, magliette. Giocano con tutto: so che in Burundi, oggi, è facile vedere gente in campo con le mie racchette ed i miei vestiti. Mi riempie di gioia”. E vale più di una finale.


