Volata per la Dea: Juric favorito su Motta per la panchina. E Palladino...

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Questa mattina l’ultima riunione tra i Percassi e Pagliuca per decidere il successore di Gasperini sulla panchina nerazzurra

Matteo Brega

Giornalista

6 giugno - 07:41 - MILANO

Sono rimasti in tre e questa mattina si deciderà. L’Atalanta è arrivata sotto al traguardo e la riunione di oggi sarà quella che svelerà a chi verrà affidato il dopo Gian Piero Gasperini. In corsa sono rimasti Ivan Juric, Thiago Motta e, un po’ defilato, Raffaele Palladino. Le riflessioni di ieri sono servite a fare le ultime scremature prima della decisione di oggi. A Bergamo è arrivato anche il co-presidente Stephen Pagliuca che ha voluto essere presente: sarà il primo allenatore che sceglierà nelle vesti di proprietario della Dea e vuole essere presente fisicamente all’inizio di una nuova era dal punto di vista tecnico per il club. 

La risalita di Juric

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I rapporti con Antonio e Luca Percassi non si sono mai interrotti in queste settimane di valutazioni, ma ora è arrivato il momento decisivo. Oggi verrà sciolta la riserva, poi nei prossimi giorni arriveranno firma del contratto, annuncio ufficiale e presentazione alla stampa. Un filo rosso lega i tre candidati ed è Gasperini. Tutti sono cresciuti con il tecnico piemontese come modello di riferimento. Juric – che ieri a lungo sembrava già essere il prescelto – è stato prima collaboratore tecnico all’Inter e poi vice a Palermo di Gasperini. Il rapporto tra i due nasce quando il croato ancora giocava. Prima a Crotone e poi a Genoa, Ivan era il De Roon dei tempi per Gasperini. Il rapporto consolidato ha portato Juric a seguire il Gasp anche appena terminato di giocare. È stato collaboratore tecnico nella breve parentesi interista e vice nella stagione a Palermo. Juric è uno dei più fedeli dal punto di vista dei principi di gioco. L’ultima stagione non è stata positiva: alla Roma è subentrato e poi è stato sollevato a sua volta; a Southampton non ha saputo raddrizzare un campionato negativo. Insomma, Juric è alla ricerca di un’opportunità per rilanciarsi dopo mesi complicati tra Serie A e Premier League. 

Thiago resiste

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Lo stesso sentimento che anima Thiago Motta. L’esonero dalla Juventus durante la prima stagione in bianconero è un passaggio che l’allenatore vorrebbe superare in fretta. Essere stato contattato dall’Atalanta che gioca in Champions e che ha chiuso al terzo posto l’ultimo campionato è un’occasione enorme. Tra i discepoli di Gasperini è uno di quelli che si è discostato di più dal Maestro. La difesa a quattro, per esempio, è un elemento di rottura rispetto a Gasperini. Detto questo Motta rappresenterebbe una scelta moderna all’interno di una sorta di continuità con il recente passato. Nato nel 1982, darebbe anche un senso di ringiovanimento in un momento di cambiamento. Nell’indice di gradimento sta a livello di Juric, a sensazione. Il quale però ha recuperato diverse posizioni proprio nelle ultime ore risalendo nella gerarchia del terzetto. 

Palladino defilato

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Appare invece un po’ più defilato Palladino. Libero da contratti – si è recentemente dimesso da tecnico della Fiorentina -, è uno dei più apprezzati da Gasperini. Niente di sorprendente dunque che sia stato messo nella lista più depurata per la scelta finale. Ma da ieri sera la sua candidatura sembra perdere il vento nelle vele. Non va tolto, ma va semplicemente posizionato un filo più indietro rispetto a Juric e Motta. La notte avrà portato consiglio per le riflessioni definitive. E oggi si saprà. Sempre oggi potrebbe anche essere il giorno dell’ufficializzazione della risoluzione dell’accordo con Gasperini. Il quale sarà libero di firmare con la Roma, mentre la sua ex squadra potrà prendere la nuova strada. Ormai siamo all’ultima curva, alla nottata decisiva. Quella passata, quella che determinerà il futuro prossimo della Dea. Juric in risalita nelle preferenze, Motta che resiste e Palladino che si defila. Questo il quadro nella testa dei Percassi e di Pagliuca - ieri impegnati in un CdA - che sceglieranno insieme il successore di Gasperini. E poi si andrà alle firme.

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