Il produttore vietnamita di veicoli elettrici ha avviato le proprie operazioni in un nuovo impianto nel Paese asiatico a Thoothukudi
Luca Palladino
4 agosto - 16:55 - MILANO
Dopo l'annuncio dell'acquisizione da parte di Tata dell'Iveco, ecco un altro colpo importante per il mercato indiano dell'automotive. Infatti, il produttore vietnamita di veicoli elettrici VinFast ha inaugurato nella giornata di lunedì 4 agosto il suo nuovo stabilimento in India, il primo all'estero per questa compagnia, a Thoothukudi. La casa automobilistica ha anche annunciato di aver già ricevuto ordini da altri paesi come Mauritius, Nepal e Sri Lanka. Finora VinFast ha fatto fatica a entrare nei mercati occidentali e adesso ha tutte le intenzioni di vedere cosa riuscirà a fare in India, il terzo mercato automobilistico più grande al mondo. Questo nuovo stabilimento di VinFast ha una capacità iniziale di produzione di 50mila veicoli elettrici all'anno, con la possibilità di arrivare fino a 150mila unità. I primi saranno due Suv elettrici premium, VF6 e VF7.
Il piano di VinFast
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Come dichiarato a Reuters da Pham Sanh Chau, amministratore delegato di VinFast Asia, alcuni fornitori di componenti della compagnia vogliono ora spostare parte della loro produzione in India. L'intenzione della stessa azienda sarebbe quella di distribuire le proprie auto in India già entro la fine di agosto, ma il prezzo dei veicoli non è stato ancora comunicato. Anche se aumenteranno gli ordini da altre nazioni, VinFast si concentrerà comunque sul mercato indiano, come ammesso sempre da Chau. La casa ha deciso di investire 500 milioni di dollari in cinque anni per il nuovo stabilimento, fino a un massimo possibile di 2 miliardi. Se andrà bene il mercato in India, allora VinFast potrà arrivare all'obiettivo di 200mila auto consegnate in tutto il mondo entro la fine del 2025. Nei primi sei mesi dell'anno ne sono state vendute circa 72.100. VinFast prevede poi di aprire un altro stabilimento in India entro fine anno, mentre la produzione negli Stati Uniti è stata già posticipata al 2028, come ha detto Chau.