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Scopriamo come la squadra di una piccola località sul Baltico e un ingaggio medio dei giocatori di 50mila euro è riuscita a laurearsi campione di Svezia
"Non avrei mai immaginato che una cosa così potesse capitare a me". Jacob Bergström è un ragazzone trentenne di Karlskrona, oltre 190 cm d’altezza, con gli occhiali da miope. Sembra un nerd, un secchione da primo della classe, invece è il centravanti del Mjallby. Fino ai 25 anni non ha mai conosciuto l’Allsvenskan, la Serie A svedese. La settimana scorsa è stato lui a segnare a Goteborg il gol che ha dato con 3 turni d’anticipo il primo titolo della storia al piccolo Mjallby in 86 anni di vita, e poi il record di punti a quota 69. Una favola, un mini Leicester. Perché è il club che rappresenta il territorio più piccolo del torneo svedese, un nano anche economicamente rispetto ai giganti Malmö, Goteborg o Norrköping. Come se da noi vincesse lo scudetto un Castel di Sangro o l’Entella di Chiavari... Sì, perché Mjallby è il club della provincia e penisola meridionale della Svezia, a 130 km a est di Malmö, il Listerlandet, abitata da appena 17 mila persone. “Prima c’erano due club in zona, uno di Hallevik e il Liste”, ci spiega Jacob Lennartsson, 36 anni e ceo del club, ex giocatore dell’Academy, ex funzionario di banca, di nuovo al Mjallby nel 2020 come responsabile per i giovani, event manager e ufficio stampa, poi dal 2022 Ceo. Ci accoglie nella sua stanzetta nello Strandvallen (la diga), il fortino dei gialloneri, lo stadio di Hallevik da 6.500 spettatori sempre pieno oltre i 5mila, a 50 metri dal Baltico e a 5 km da Mjallby. Hallevik è un villaggio turistico in estate, di pescatori e pensionati in inverno da circa 800 abitanti. “Il nome Mjallby (comune da 1.300 abitanti oggi, ndr) nasce dal fatto che lì, nel 1939, si riunirono i rappresentanti dei due club locali che decisero la fusione”. Il Maif, Mjallby Allmänna Idrottsförening, rappresenta quindi la piccola provincia con capoluogo Solvesborg, dove vivono gran parte dei giocatori, cittadina medievale con meno di 8mila persone, che affaccia sul Baltico e sulla cui spiaggia di sabbia bianca in estate si bagnano anche alcuni giocatori dopo il match, fra foreste di faggi e camping, che si riempiono anche col Rock Festival di giugno.


            
