Velasco: "Le azzurre autorevoli e autonome. Per conoscerle ho ascoltato le loro canzoni"

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Il ct dell'Italvolley per due ore ha dispensato aneddoti divertenti e perle di saggezza: "Le empanadas sono diventate la mascotte del gruppo. Una squadra può esistere senza allenatore, ma un allenatore senza squadra non può esistere"

Dal nostro inviato Davide Chinellato

12 ottobre - 19:49 - TRENTO

L’applauso è lungo. Infinito come il suo carisma, come la saggezza del professor Julio Velasco. Sale sul palco all’Auditorium Santa Chiara nell’ultimo evento di questa edizione del Festival dello Sport e ci resta per quasi due ore, condividendo col pubblico quella stessa saggezza con cui ha costruito i trionfi dell’Italvolley al femminile, da ultimo il Mondiale delle “Invincibili”. “Ma quel titolo porta sfiga, perché prima o poi perdi!” dice con un sorriso, dispensando una delle sue tante perle che lo rendono un guru dello sport, non solo del suo volley. 

EMOZIONI MONDIALI

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 “Quel momento lì, quando vinci, è emozione pura - dice Velasco raccontando l’ultimo trionfo -. Poi, la sera o se aspetti tanto per le premiazioni, subentra la depressione: perché è finita. Poi, dopo qualche giorno, cominci a capire quello che hai fatto. E ti rendi finalmente conto”. Poi paragona l’oro olimpico a quello Mondiale. “Ci siamo detti che le Olimpiadi dominate sono state l’eccezione - dice -. La regola è vincere le partite 32-30 al tie-break: è per questo che dobbiamo prepararci. Alle ragazze in questi due anni ho chiesto di essere autorevoli e autonome: sono contento che ci siano riuscite, che me lo abbiamo dimostrato”. 

RAGAZZE

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Sullo schermo scorrono i messaggi delle sue ragazze, coi "grazie" che si alternano agli aneddoti e al dietro le quinte di quello che è il ct Velasco. Racconta che la cosa che frena di più le ragazze è la paura di sbagliare, l’idea che vengano additate per questo. Spiega perché si è fatto mandare le canzoni che ascoltano (“Voglio conoscerle, capire quello che sentono, le parole che ascoltano”), di come spera sempre di non avere squadre che siano famiglie ma che siano squadre unite dall’obiettivo comune, dell’idea che i giovani non vadano giudicati e che ogni persona del gruppo va motivato spingendo tasti importanti per la giocatrice, non per l’allenatore. “Una squadra può esistere senza allenatore, ma un allenatore senza squadra non può esistere”. Racconta di come ha spiegato alle sue giocatrici come si gestisce la paura. Svela quanto le empanadas siano diventate la mascotte di questo gruppo. E racconta i progetti della Nazionale per il futuro: l’idea che 4 colonne azzurre possano prendersi un’estate intera di vacanza (“O due mesi dall’ultima partita col club”) e di usare la prossima VNL per lanciare tante giovani e allargare il gruppo. 

LEZIONE

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Il professor Velasco consegna una lezione perfetta per salutare l’edizione 2025. Dopo di lui sul palco salgono le autorità e salutano un festival da leggenda. Come da leggenda sono le parole di Julio Velasco: se ne va con la pagina gigante della Gazzetta che celebra il suo trionfo, con le parole perfette per salutare il Festival dello Sport.

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