L’ex portiere ha vinto con Ajax e United, poi è stato dirigente "CR7 mi ripeteva 'diventerò il migliore': aveva ragione. Donnarumma è uno dei portieri più forti, come Ederson e Alisson"
Sognava di fare il difensore, ma alla fine è diventato uno dei portieri più forti e vincenti della storia. Edwin Van der Sar ha giocato fino ai 41 anni, indossato tre maglie storiche (Ajax, Juventus, Manchester United), sfiorato il record di presenze con l’Olanda (con 130 è secondo in assoluto), conquistato 2 Champions e 28 trofei in tutto. Senza contare i trionfi da dirigente dell’Ajax.
Van der Sar, perché sognava di diventare un difensore?
"Avevo come modello mio zio, che era un difensore, così la mia prima maglia da bambino è stata la numero 3. Poi negli anni sono indietreggiato e diventato un portiere".
Ci racconta un aneddoto su Van Gaal, l’allenatore che l’ha lanciata e con cui ha vinto tutto all’Ajax?
"Van Gaal aveva un gruppo di amici con cui giocava a carte la sera e tra questi c’era anche il mio allenatore delle giovanili del Noordwijk, che una volta gli disse: 'Louis, ho un portiere 17enne straordinario, vieni a vederlo'. Van Gaal accolse l’invito, mi venne ad osservare e nel giro di qualche settimana mi portò all’Ajax. Mi prese come terzo portiere, poi mi ha dato l’opportunità di giocare e mi sono conquistato il posto da titolare".
I fratelli De Boer, Seedorf, Davids, Litmanen, Rijkaard, Kluivert… Il più forte di quell’Ajax?
"Se devo fare solo un nome, dico Rijkaard. Frank era reduce da anni di trionfi con il grande Milan e quando tornò all’Ajax ci trascinò al successo. A partire dalla Champions 1995 vinta in finale contro i rossoneri".
Nell’estate 1999 perché scelse la Juventus?
"Avevo due possibilità: Liverpool o Juventus. Ho parlato con entrambi i club, poi il cuore mi ha spinto in Italia: la A era il campionato migliore in quegli anni, la Juventus un club storico e ci aveva battuto in finale di Champions nel 1996. Mi piaceva la maglia bianconera ed ero intrigato dall’idea di giocare nella squadra in cui era stato protagonista un portiere leggendario come Zoff".
Si è pentito?
"Alla Juventus i cambiamenti sono stati molti rispetto alle abitudini che avevo all’Ajax e altrettante sono state le difficoltà. Non ho giocato il mio calcio migliore, ma non sono pentito: quando un attaccante non segna o un portiere non salva dei gol, fa parte del gioco ricevere delle critiche. È stata comunque una bella esperienza vivere e giocare in Italia. L’estate che sono arrivato i compagni mi portavano tutti a cena: Ferrara, Iuliano, Zidane, Inzaghi, Zambrotta, Davids… Nei ristoranti di Torino si mangiava benissimo: a fine serata tiravo fuori la carta di credito, però non riuscivo mai a pagare".
Un aggettivo per lo Zidane juventino?
"Immenso".
Nel Manchester United di Ferguson e Cristiano Ronaldo ha vissuto una seconda giovinezza: cosa le resta del periodo a Old Trafford?
"È stato un grande orgoglio giocare in un club storico e con un manager come sir Alex. Con Ferguson avevo un ottimo rapporto: i suoi nipoti frequentavano la stessa scuola dei miei figli. Cristiano era incredibile, prima e dopo l’allenamento era sempre in palestra. Mai visto un giovane così affamato. Mi ripeteva sempre: 'Edwin, diventerò il migliore del mondo'. Io gli dicevo di non esagerare, invece ha avuto ragione lui".
Ripensa mai al rigore col cucchiaio di Totti all’Europeo del 2000?
"Mai. Quella semifinale sarebbe dovuta finire ben prima dei rigori".
Donnarumma, fresco di passaggio dal Psg al City, è il miglior portiere d’Europa?
"È uno dei più forti, come lo è stato Neuer del Bayern negli ultimi anni, prima dell’infortunio. Tra i miei preferiti sono anche Ederson e Alisson".
Lei all’Ajax ha vinto anche da dirigente: è più difficile trionfare in campo o dalla scrivania?
"Sono esperienze diverse. Quando ho smesso di giocare sono tornato all’Ajax e ho cominciato un percorso nel club. Prima mi sono occupato del commerciale, poi dei rapporti con la Uefa, la Fifa e le istituzioni e gli ultimi anni ero l’ad ed è stato fantastico costruire insieme a Marc Overmars una squadra giovane e vincente. Con l’Ajax dei De Ligt e dei De Jong abbiamo battuto il Real Madrid e la Juventus di Ronaldo in Champions".
Mentre era dirigente dell’Ajax, nel 2023, ha subito una emorragia cerebrale: ha avuto paura di morire?
"Sinceramente, no. Sono stato soccorso immediatamente, l’ambulanza mi ha trasportato subito in ospedale, dove si sono presi cura di me i migliori medici. Quando sono tornato a casa avevo sempre accanto la mia famiglia e un fisioterapista".
Dopo quello che le è accaduto, vede la vita in maniera diversa?
"Più che una visione diversa, ho una vita più tranquilla rispetto agli anni da dirigente, durante i quali il telefono squillava sempre e dovevo prendere decisioni importanti, supportare la squadra e l’allenatore. Adesso mi godo la famiglia, viaggio, gioco a padel e vado in bici".
Ha chiuso con il calcio o la rivedremo protagonista in futuro?
"Ho giocato vent’anni, sono stato dirigente e mi piace il calcio. Vedremo… Io mi immagino di più con un ruolo nelle istituzioni del pallone".