USA: via i fondi per la salute delle donne

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L'amministrazione Trump ha tagliato buona parte dei finanziamenti federali alla Women's Health Initiative, uno dei più importanti progetti di ricerca sulla salute femminile dei National Institutes of Health (NIH), che da 30 anni indaga sulle principali malattie croniche e cause di mortalità delle donne in età successiva alla menopausa. Martedì 22 aprile è stato annunciato che i fondi a sostegno di 40 centri regionali dell'iniziativa saranno interrotti prima del tempo a settembre, e che il centro di coordinamento del progetto continuerà a operare fino a gennaio 2026, "dopodiché, il suo finanziamento rimarrà incerto".

Un contributo epocale. L'iniziativa è destinata a vanificare gli studi clinici in corso, interrompendo la raccolta dettagliata dei dati sanitari delle partecipanti e precludendo la capacità del progetto di fare nuove scoperte sulla salute delle donne in età avanzata, una delle fette di popolazione a più rapida crescita negli Stati Uniti.

Dagli anni '90 ad oggi, la Women's Health Initiative ha coinvolto oltre 160.000 donne tra i 50 e i 7 anni (42.000 delle quali ancora attive in studi in corso), che con il loro contributo hanno aiutato nella prevenzione di malattie croniche a carico delle donne, e a influenzare favorevolmente le linee guida per la cura di molte condizioni.

contro tumori e demenze. Negli USA ci sono circa 55 milioni di donne in post-menopausa. Negli ultimi 30 anni, la Women's Health Initiative ha documentato 38.000 casi di cancro e altrettanti casi di eventi cardiovascolari, 70.000 fratture ossee e 95.000 decessi. Forte di questi dati, il progetto è divenuto una miniera di informazioni di incomparabile valore per studiare fattori di rischio, prevenzione, diagnosi precoce di malattie legate all'invecchiamento femminile, come cancro al seno e al colon, osteoporosi e malattie cardiache, e gli effetti e la sicurezza delle terapie ormonali durante la menopausa.

Con il passare degli anni e l'avanzare dell'età delle partecipanti, l'iniziativa è servita a studiare la fragilità connessa all'età avanzata, la demenza, la perdita di acuità visiva, i problemi di salute mentale e l'isolamento connessi alla terza età e tutti gli stili di vita modificabili che possono influenzare questi aspetti.

Un colpo di spugna all'inclusione. La sospensione dei contratti impedirà ai ricercatori di seguire le 42.000 donne ancora arruolate negli studi, che insieme hanno permesso di dar vita al più grande database statunitensi sulla salute delle donne tra gli 80 e i 90 anni.

Il tutto, in un'epoca storica in cui si cancellano le politiche a sostegno di diversità ed inclusione nella ricerca scientifica, e dopo decenni in cui, come scritto nelle Linee di indirizzo per l'applicazione della Medicina di Genere nella ricerca e negli studi preclinici e clinici approvate dall'Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere, «le donne sono state escluse o poco rappresentate negli studi clinici, in quanto considerate non idonee a causa di alcune variabili, in particolare relative al ciclo ormonale.

Di conseguenza il genere femminile poteva ricevere diagnosi errate, perdere opportunità di trattamento, ricevere dosi non appropriate di farmaci o, addirittura, ricevere prescrizioni farmacologiche errate».

Soltanto l'inizio? Inoltre, poiché i tagli annunciati ammontano a una cifra complessiva di poco meno di 10 milioni di dollari all'anno, il sospetto è che possa essere soltanto la punta dell'iceberg di una nuova ondata di tagli alla ricerca di miliardi di dollari inferti ai National Institutes of Health. Iniziative politiche che avranno un enorme impatto sulla prevenzione delle malattie croniche nella popolazione statunitense. 

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