Ue congela i controdazi per 6 mesi. Macron: 'Non è finita'

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Dossier non archiviato. A tre giorni dal patto di Turnberry tra Donald Trump e Ursula von der Leyen la partita dei dazi continua a tenere banco sotto diversi aspetti. Il testo congiunto che formalizzerà l'accordo, atteso per il primo agosto, ancora non c'è. Parallelamente la Commissione europea si avvia a sospendere il listone da 93 miliardi di controtariffe non 'sine die', come inizialmente in diversi avevano ipotizzato, ma per 6 mesi. Il dato non è marginale: la Commissione continua a non fidarsi ciecamente del suo interlocutore americano. L'ultimo aspetto riguarda il fronte europeo. Il patto scozzese non smette di seminare dubbi e irritazione.

E a parlare, questa volta, è stato il presidente francese Emmanuel Macron. "Non è finita qui", è stato il suo avvertimento. A Palazzo Berlaymont i tecnici stanno lavorando ai punti che, tra la scheda informativa europea, e quella americana, hanno delle chiare divergenze. Sui farmaci, ad esempio, fonti vicine al dossier raccontano che "non si sa" come andrà a finire. O meglio, si sa che il tetto massimo sarà il 15% e che ci saranno delle eccezioni ma non è chiaro se la percentuale scatterà dal primo agosto - come ha lasciato intendere Washington - o più in là, come sostenuto dalla Commissione. Sulla digital tax si rischia un vero e proprio scontro. Trump, nella tutela delle Big Tech, non demorde e insiste per l'inclusione del passaggio nel testo congiunto. "C'è ancora molto da negoziare. Le tasse sui servizi digitali e gli attacchi contro le nostre aziende tecnologiche: questo sarà sul tavolo", ha sottolineato il segretario al Commercio degli Usa Howard Lutnick parlando alla Cnbc. La stretta di mano tra von der Leyen e Trump e il raggiungimento di un accordo di massima, secondo la Commissione, bastano a non avere brutte sorprese - le tariffe al 30% - il primo agosto.

Video Dazi Usa, dal 15% ai 600 miliardi investiti, intesa in punti

L'eventualità viene considerata praticamente impossibile e questo spiega anche perché nella Commissione non c'è un'eccessiva fretta nel formalizzare l'intesa. Lo si evince anche dal calendario delle riunioni dei Rappresentanti Permanenti: il prossimo incontro del Coreper II è previsto per l'inizio della settimana di settembre a meno di riunioni d'emergenza in videocall che la presidenza danese tuttavia ipotizza meramente sul fronte Gaza. Il 4 agosto la Commissione dovrebbe procedere a sospendere il listone di controdazi per sei mesi. La sospensione va approvata dai 27 ma non è necessario convocare una riunione del Coreper: basta il via libera per procedura scritta entro 14 giorni dalla decisione della Commissione. Il silenzio di queste ore sulla trattativa non ha zittito chi, l'accordo, proprio non riesce a digerirlo. "Per essere liberi, bisogna essere temuti. Nella trattativa non siamo stati abbastanza temuti", è stato il j'accuse di Macron. "La Francia - ha avvertito - continuerà a tenere una posizione ferma. Questa non è la fine della storia, non ci fermeremo". Von der Leyen, infatti, ha di fronte a se un bel problema: come far rispettare alcune promesse fatte a Trump, a cominciare dai 600 miliardi di investimenti privati e dagli acquisti per 750 miliardi di energia. Non a caso, l'ex Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, ha osservato come l'esecutivo Ue, su armi e gas, "non ha alcuna competenza".  "L'Europa esce geopoliticamente indebolita da un accordo raggiunto in appena un'ora su un campo da golf", ha attaccato lo spagnolo, dando forma a un malcontento che neppure la pausa estiva riuscirà a placare. Tanto che, in serata, la Commissione è tornata su uno degli aspetti più controversi dell'intesa con gli Usa: i 750 miliardi di dollari di acquisti in energia promessi da qui al 2028. "Le decisioni commerciali spettano ovviamente alle compagnie europee", ha confermato l'esecutivo Ue assicurando che l'acquisto di Gnl, petrolio e combustibili nucleari statunitensi, "non indebolisce" la determinazione dell'Ue alla de-carbonizzazione e a raggiungere gli obiettivi del Green Deal.

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