Il presidente ucraino: "Ottimo colloquio con Witkoff". Mosca: "Putin sta ancora valutando le informazioni"
"Lavoriamo per porre fine alla guerra con la Russia". Ucraina e Stati Uniti continuano a confrontarsi sul piano di 20 punti che dovrebbe avvicinare la pace. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riassume gli sforzi diplomatici di Natale e traccia un bilancio positivo dopo "un ottimo colloquio con Steve Witkoff, l'inviato speciale del presidente Donald Trump, e Jared Kushner. Stiamo lavorando davvero 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per avvicinarci alla fine di questa brutale guerra russa contro l'Ucraina e per garantire che tutti i documenti e le misure siano realistici, efficaci e affidabili", dice il leader di Kiev con un ottimismo che apparentemente non tiene conto di un elemento chiave: il piano non è stato approvato dalla Russia e la fumata bianca rimane lontana.
La strategia di Zelensky
La priorità di Zelensky al momento è trovare un'intesa solida con gli Stati Uniti. Kiev ha aperto all'ipotesi di creare una zona demilitarizzata - o 'economica libera' - nel Donbass, andando incontro all'idea inserita da Trump nella versione iniziale del piano. L'Ucraina punta all'accordo con Washington per lasciare la palla nel campo di Vladimir Putin: l'assenza di una soluzione diplomatica dipenderà dal 'no' della Russia al documento timbrato da Trump.
"Abbiamo discusso alcuni dettagli sostanziali del lavoro in corso. Ci sono buone idee che possono portare a un risultato condiviso e a una pace duratura. La sicurezza reale, la ripresa reale e la pace reale sono ciò di cui tutti noi abbiamo bisogno: l'Ucraina, gli Stati Uniti, l'Europa e ogni partner che ci aiuta. Spero che gli accordi natalizi di e le idee di cui abbiamo discusso si rivelino utili", dice Zelensky archiviando la giornata nella quale ha chiesto agli interlocutori di "trasmettere i nostri auguri natalizi a Donald Trump e a tutta la famiglia Trump". Anche Putin, a Natale, ha fatto gli auguri di Natale al presidente americano.
La 'melina' di Mosca
Sul piano Usa-Ucraina, la Russia ancora non ha fornito il suo verdetto. Come ripetono da giorni le varie voci di Mosca, Putin sta analizzando le informazioni fornite dal suo inviato speciale Kirill Dmitriev dopo i colloqui con gli Usa a Miami. "Stiamo esaminando quanto Dmitriev ha riportato a Putin" e solo successivamente, "in base alle decisioni assunte dal presidente", Mosca proseguirà il dialogo con Washington, il punto di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino.
Il processo negoziale avanza a ritmo "lento ma costante", dice la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata da Interfax. Mosca è pronta a proseguire i lavori "nei termini stabiliti ai massimi livelli ad Anchorage" (al vertice di Ferragosto in Alaska tra Putin e Trump, ndr) ma il progresso nei colloqui con Washington è ostacolato da "tentativi estremamente dannosi e perfino malevoli da parte di un gruppo di Stati – soprattutto dell'Europa occidentale – di boicottare questi sforzi e vanificare tutti i risultati diplomatici". "Nel dialogo con l’amministrazione americana invitiamo costantemente i colleghi a contrastare attivamente questo processo distruttivo", sottolinea Zakharova.
Il messaggio di Zelensky diventa un caso
Il quadro negoziale, già complesso, nelle ultime ore è stato 'arricchito' dal caso legato al messaggio natalizio di Zelensky. Nelle parole del presidente ucraino, Mosca ha individuato un augurio di morte per Putin. Un'interpretazione forzata, con l'estrapolazione di una frase inserita in un ragionamento più ampio, ha portato il Cremlino a definire Zelensky "poco lucido" e "inadeguato". "Viene spontaneo chiedersi se sia in grado di prendere decisioni responsabili in direzione di una soluzione politico-diplomatica", la stoccata.
In realtà, la strada verso la pace sarebbe in salita anche senza le scintille supplementari. Il dialogo Ucraina-Usa non risolve la questione territoriale, il vero nodo delle trattative. Ipotizzare il ritiro della Russia da una porzione del Donetsk, come chiede Zelensky nell'iter per la creazione di una zona smilitarizzata, costringerebbe Putin ad una clamorosa marcia indietro.
Il presidente russo da sempre ribadisce che il Donbass - formato da Donetsk e Luhansk - è l'obiettivo primario. Le truppe di Mosca occupano circa il 75% del Donetsk e, secondo gli analisti, impiegherebbero circa 2 anni per conquistarlo tutto e aggiungerlo al Luhansk, già ritenuto annesso. "Questa è una presa in giro assoluta", la sintesi Aleksei Naumov, analista di affari internazionali con sede a Mosca, a proposito del nuovo piano ucraino. "L'idea è chiara: presentare" il piano "agli americani come un 'compromesso' e poi dare la colpa del suo fallimento alla Russia".




