Tunnel della Guinza: l'epopea del tunnel da quasi 500 milioni diventato anche segheria clandestina

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Dopo 30 anni il completamento della Fano-Grosseto è stato riconosciuto prioritario dal Parlamento. Nel frattempo, è successo di tutto, compresi lavori di falegnameria e rave party in una galleria a lungo abbandonata

Emilio Deleidi

30 luglio - 16:39 - MILANO

La storia della superstrada Fano-Grosseto è una di quelle esemplari di come spesso funzionano le cose in Italia in tema d'infrastrutture. L'arteria costituisce un'opera di grande importanza, perché il suo compito è collegare da Est a Ovest e viceversa due lati del nostro Paese: non a caso è definita come Strada dei Due Mari. Il percorso parte da Fano, nelle Marche (provincia di Pesaro e Urbino), affacciata sull'Adriatico, e raggiunge Grosseto, in Toscana, sbocco maremmano sul Tirreno, attraversando l'Umbria. I punti di raccordo con la viabilità esistente sono previsti sulla SS1 Aurelia a Grosseto e all'innesto dell'autostrada A14 Bologna-Bari-Taranto, all’altezza di Fano; in mezzo, si trovano località importanti come Urbino, Arezzo, Siena e Valdichiana (svincolo dell'Autostrada del Sole). La superstrada è lunga complessivamente 276 chilometri e costituisce uno dei rari raccordi trasversali della nostra viabilità che, altrimenti, in Centro Italia deve fare affidamento solo sulle autostrade abruzzesi Roma-L'Aquila-Pescara. Sull'utilità dell'E78, come viene definito nella classificazione europea l'itinerario, non ci sono dunque mai stati dubbi, tanto che i primi studi risalgono già agli anni '70; opera chiave dell'infrastruttura è la galleria della Guinza, necessaria per attraversare l'Appennino, i cui lavori iniziarono addirittura nel 1994, quindi più di 30 anni fa. E non sono ancora finiti.

taglialegna e rave

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Del tracciato della Fano-Grosseto, che non è un'autostrada e pertanto non prevede pedaggio, nel corso dei decenni alcuni tratti sono stato effettivamente realizzati, per esempio tra Fano, Fossombrone e Umbertide, in Umbria, e tra Arezzo e Grosseto. I problemi sono però emersi nel tratto appenninico, per ostacoli tecnici, burocratici e finanziari. Cuore dell'opera è la galleria della Guinza, che buca la montagna per 6,3 chilometri: nel 2004, uno dei due tunnel (uno per senso di marcia) è stato completato, con una spesa di 350 milioni di euro, poi i lavori si sono fermati. Mancano le vie di accesso alla galleria e, soprattutto, il secondo tunnel, necessario all'altra direzione. L'opera viene abbandonata al degrado, tanto che, nel 2012, l'inchiesta giornalistica di un periodico rivela come al suo interno sia stata organizzata una segheria del tutto abusiva, con tanto di cataste di legna, sega circolare, un piccolo trattore e un nastro trasportatore per caricare su un carrello i ciocchi tagliati. Emerge anche che, di tanto in tanto, il tunnel viene impiegato dai giovani della zona per organizzare rave party. L'inchiesta fa scalpore, viene ripresa dalla stampa locale e suscita l'interesse delle forze dell'ordine, che provvedono allo sgombero del materiale clandestino, ma poi tutto si ferma nuovamente.

ripartenza

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Bisogna aspettare il Pnrr del 2023-'24 perché il ministero delle Infrastrutture e l'Anas, alla quale spetta la gestione dell'opera, riprendano in mano il progetto per completare la superstrada, ormai diventata uno dei simboli nazionali di spreco delle risorse pubbliche. Finalmente, nel febbraio del 2024 l'ente statale affida alle imprese i lavori di ristrutturazione e completamento della galleria della Guinza, stanziando 130 milioni di euro; l'intervento ha lo scopo di rendere percorribile un tratto dalle Marche in direzione dell'Umbria lungo una decina di chilometri, realizzato ma inutilizzabile perché mai collegato alla viabilità esistente. Nella galleria abbandonata bisogna ripristinare un tratto di quasi 500 metri di volta deteriorata, rifare i rivestimenti interni, realizzare gli impianti di illuminazione e ventilazione; poi, servono delle rotatorie per il raccordo con la viabilità esterna. I lavori dovrebbero terminare tra la fine del 2026 e l’inizio del ’27, ma a quel punto l’unico tunnel completato sarà percorribile a doppio senso di marcia; per il secondo servirà molto più tempo, perché il progetto è stato inserito soltanto nelle scorse settimane dal Parlamento tra le opere prioritarie dell’Anas. Un risultato ritenuto "storico" dal mondo della politica, ma che fa a pugni con la vicenda di un'opera al cui completamento, dopo oltre 30 anni, manca ancora parecchio. Secondo il sito "Osserva cantieri" del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, a oggi dei 276 km di superstrada ne sono stati completati e risultano percorribili soltanto 171; altri 15 km del tratto Grosseto-Siena sono stati finanziati, per un importo di 297 milioni di euro, mentre per il quarto lotto, il bypass di quattro chilometri a Mercatello sul Metauro in provincia di Pesaro-Urbino, è in corso la gara d'appalto, per un investimento di 140 milioni. Fare previsioni sul completamento definitivo dell'opera, compresa la realizzazione del secondo tunnel della Guinza, è pertanto un azzardo; dopo tre decenni, l'unica certezza è che almeno non si corre più il rischio di trovare all'interno di qualche galleria abbandonata sorprese come quella della segheria clandestina.

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