L'assenza di test di screening efficaci e di marcatori tumorali specifici rende complicata l’identificazione precoce della neoplasia
Daniele Particelli
16 aprile - 19:07 - MILANO
Il tumore al pancreas rappresenta ancora oggi una delle neoplasie più aggressive e difficili da trattare nonostante gli importanti progressi fatti dalla medicina negli ultimi decenni. I dati relativi al nostro paese parlano chiaro: ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 14.000-15.000 nuovi casi, senza differenze significative di incidenza tra uomini e donne. Pur rappresentando circa il 3% di tutte le neoplasie diagnosticate in Italia, al settimo posto tra i tumori più diffusi, il tumore al pancreas è una tra quelli col tasso di sopravvivenza a cinque anni tra i più bassi, tra il 10% e il 12%.
Tumore al pancreas in Italia: i numeri dei casi all'anno
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A differenza di altre neoplasie per le quali si sono registrati significativi miglioramenti nella sopravvivenza, il tumore al pancreas continua a mostrare un trend preoccupante e uno dei principali ostacoli nel trattamento è la difficoltà di diagnosi precoce. I dati dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ci dicono che solo il 7% dei casi viene individuato nelle fasi iniziali e questo accade perché la malattia tende a svilupparsi in modo silente e a manifestarsi clinicamente solo quando è già in stadio avanzato.
L'assenza di test di screening efficaci e di marcatori tumorali specifici rende complicata l’identificazione precoce della neoplasia, a differenza di quanto avviene per tumori come quello al seno o al colon-retto. "Senza dubbio, questo tipo di neoplasia resta una delle sfide per l'oncologia, nella quale abbiamo ancora molta strada da compiere sia in termini di ricerca sia in termini di ottimizzazione delle strategie terapeutiche disponibili, per le quali bisogna puntare sempre di più alla collaborazione multiprofessionale", ha spiegato all'ANSA Franco Perrone, presidente dell'Aiom.
Le nuove prospettive terapeutiche per il tumore del pancreas. Nonostante la complessità del trattamento, però, la ricerca sta compiendo importanti progressi e un vaccino a RNA neoantigenico è stato sperimentato in uno studio di fase I condotto dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center, con risultati promettenti nel ritardare la recidiva della malattia dopo l’intervento chirurgico.
Sul fronte farmacologico, invece, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato un nuovo trattamento per il tumore pancreatico avanzato: l’irinotecano liposomiale pegilato (Nal-Iri). Questo farmaco, utilizzato in combinazione con 5-fluorouracile e leucovorin, ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza mediana dei pazienti rispetto alle terapie tradizionali, riducendo il rischio di progressione della malattia.
A questo si aggiunge un altro studio di rilievo, pubblicato sulla rivista The Lancet, che ha valutato l’efficacia della combinazione tra mitazalimab (un anticorpo diretto contro il recettore CD40) e il regime chemioterapico mFOLFIRINOX. I risultati preliminari indicano un tasso di risposta obiettiva superiore al 30%, ma sono necessari ulteriori test e approfondimenti.