Donald Trump rivendica l'operazione TikTOk. "Abbiamo un accordo, ho raggiunto un accordo con la Cina, parlerò con il presidente Xi Jinping venerdì per confermare il tutto", ha affermato il tycoon alla Casa Bianca prima di partire per la visita di Stato in Gran Bretagna. "Un gruppo di grandi aziende vuole comprarla", ha aggiunto. Con gli occhi puntati sulla Oracle di Larry Ellison indicata nel ruolo di pivot dell'operazione, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha dato la sua versione sulla svolta raggiunta con Pechino.
Il tycoon era disposto a lasciare che TikTok chiudesse e questo è stato "ciò che ha cambiato le sorti" dell'accordo sulla vendita delle attività Usa della popolare app a investitori americani. Bessent, all'indomani del consenso raggiunto nei colloqui sul commercio con la delegazione di Pechino a Madrid, ha detto alla Cnbc che Trump "ha chiarito che sarebbe stato disposto a lasciare che TikTok sparisse, che non avremmo rinunciato alla sicurezza nazionale in favore dell'accordo".
ByteDance, la società madre della app che ha sede a Pechino, sta ancora valutando la scadenza del 17 settembre per cedere le attività negli Stati Uniti o rischiare la chiusura negli States.
Bessent ha parlato anche di Nvidia, finita nelle maglie dell'Antitrust mandarino. "Ovviamente abbiamo espresso il nostro disappunto alle controparti cinesi, ma la vicenda non aveva nulla a che fare con i colloqui in corso o con il loro esito", ha spiegato il segretario al Tesoro, sulla violazione delle regole della concorrenza contestata lunedì al colosso californiano, un'ora dopo l'avvio dell'incontro di Madrid. Nvidia, da parte sua, ha replicato di rispettare tutte le leggi, assicurando in una nota di voler "collaborare con tutte le agenzie governative competenti".
Intanto, lo spin-off Usa di TikTok userà l'algoritmo di ByteDance, ha riportato il Financial Times, citando i commenti di Wang Jingtao, vicedirettore dell'Authority cinese per la sicurezza informatica, espressi lunedì sera al termine dei colloqui di Madrid. Il quadro normativo include "la concessione in licenza", quindi non la cessione dell'algoritmo, e "di altri diritti di proprietà intellettuale", ha aggiunto Wang, per il quale ByteDance avrebbe "affidato la gestione della sicurezza dei dati degli utenti e dei contenuti di TikTok negli Usa".
L'algoritmo è stato al centro del braccio di ferro sulla piattaforma di brevi video sin dalla prima amministrazione Trump. I due principali negoziatori cinesi, il vicepremier He Lifeng e il viceministro del Commercio Li Chenggang, hanno indicato che Pechino avrebbe approvato l'export dell'algoritmo di TikTok. Bessent, invece, ha riferito che l'app scorporata sarebbe stata controllata da investitori americani e che avrebbe mantenuto alcune imprecisate "caratteristiche cinesi".
Nel frattempo, il tycoon e l'omologo Xi Jinping avranno molto da discutere, nel primo colloquio da giugno: TikTok, aerei Boeing, magneti in terre rare e Taiwan, in vista del possibile vertice di persona all'Apec di fine ottobre in Corea del Sud.
Allo stato, TikTok non è un punto di svolta, ma aiuta ad allentare le tensioni. Prima di Madrid, la Cina ha evidenziato tre questioni prioritarie: dazi unilaterali sui suoi prodotti, abuso dei controlli sull'export e TikTok. Con quest'ultimo risolto per primo, le due questioni principali restano irrisolte. Per Pechino era importate far partire il confronto di fronte alla pressione crescente della strategia Usa di accerchiamento: accordi bilaterali con partner chiave sul commercio e clausole anti-Cina, come quelle contro il trasbordo siglate con il Vietnam.
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