il fiammingo, lanciato da Van der Poel, domina la volata… per distacco sull’eritreo Girmay e sul norvegese Waerenskjold. Evenepoel e Milan a 39". Ganna si ritira dopo due cadute
A Lilla, Jasper Philipsen non sbaglia ed è la prima maglia gialla del 112° Tour de France: il fiammingo dell’Alpecin-Deceuninck, lanciato da Van der Poel, domina la volata… per distacco sull’eritreo Biniam Girmay (Intermarché) e sul norvegese Soren Waerenskjold (Uno-X), quinto Matteo Trentin (Tudor). Philipsen, 27 anni, belga di Mol come Tom Boonen, ha vinto la Milano-Sanremo 2024 grazie a uno splendido lavoro di Van der Poel sul Poggio: oggi conquista la decima tappa al Tour (è stato maglia verde della classifica a punti nel 2023), che significa la 54esima vittoria in carriera. "La maglia gialla potevo solo sognarla e oggi è mia", dice Philipsen, commosso. È il miglior amico di Tadej Pogacar, si frequentano spesso a Montecarlo con le rispettive compagne. Ma nella giornata più bella di Philipsen, Vingegaard e Pogacar guadagnano 39” su Evenepoel e Roglic per i ventagli nati nel finale: non male. Del resto lo sloveno l’aveva detto: attenzione alle prime tappe, tante insidie e trabocchetti, si possono perdere minuti.

il ventaglio
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La giornata inaugurale del Tour regala elettricità ed emozioni in ogni istante. A 16,7 km dall’arrivo la Visma di Vingegaard tira fuori il ventaglio che spezza il gruppo. Il danese, in particolare è attentissimo e sprizza energia in ogni istante, merita una maglia gialla anche lui per come ha corso. E Pogacar non lo ha mai perso di vista, tanto che a 3,7 km dall’arrivo si ritrovano appaiati in testa. Sotto l’impulso di Jorgenson e Benoot, scudieri di Vingegaard, fanno un ritmo infernale, spalleggiati dall’Alpecin di Van der Poel e Philipsen, dalla Tudor di Trentin e dalla Uno-X, più i nostri Trentin, Albanese e Ballerini: davanti restano in 37, tra cui Pogacar e il suo compagno Wellens (campione nazionale del Belgio), O’Connor e Mas, e al traguardo Evenepoel, Roglic e tutti gli altri velocisti, come Merlier e Milan, non riescono più a rientrare. Vento a 30 all’ora, con raffiche a 40, lateralmente, Vingegaard in testa al gruppo più volte. Si va a 65 all’ora. A 13 km, sono 20” di vantaggio, a 11,6 sono 26”, a 10 km 32”. A 6 km sono 40”. A 5 km sono 40”, i 37 al comando vanno a 61 all’ora. Pogacar e Vingegaard in testa uno a fianco all’altro. È uno spettacolo questo finale a Lilla. Jonathan Milan, attesissimo al debutto in questo Tour, ha l’orgoglio di fare la volata del gruppo dei battuti, e la vince nettamente: 39° a 39”. Si rifarà tra due giorni.
cronaca
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Una giornata stressante, come ci si poteva aspettare, sin dalla prima parte della tappa, quando il vento soffia forte lateralmente e i big, protetti dai gregari, temono i ventagli. Che non partono proprio perché le squadre non vogliono. Un’occasione che sarebbe costata fatica, certo, mentale e fisica, ma avrebbe fatto malissimo al gruppo. Si era già in fila indiana, i corridori "sventolavano" come bandierine davanti e dietro, e sarebbe bastato pochissimo per creare scompiglio. in una fase della corsa dove il vento era da poco cambiato e il plotone stava menando come matti. Hanno problemi Simon Yates, la maglia rosa del Giro, Politt, Lenny Martinez, Bissegger (un altro favorito per la crono al quinto giorno): stress totale. Poi il gruppo si calma. Poco dopo un altro segnale arriva da Jonas Vingegaard, il danese che non scivola mai oltre la decima posizione dalla testa del gruppo, e in cima al secondo Gpm di quarta categoria, il Mont Noir a 45 km dall’arrivo, passa primo davanti a Sivakov, gregario di Pogacar. Come dire: datemi una salita vera e vi faccio vedere chi sono.
ganna
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Amarissima prima tappa per Pippo Ganna. L’olimpionico, che aveva puntato tutto sul Tour e saltato il Giro, cade al km 52 con Sean Flynn, in una curva a destra. Era un momento di elettricità pura del gruppo, perché il vento soffiava laterale forte e le squadre dei big temevano i ventagli. Ganna rompe una scarpa, resta a terra alcuni istanti, la cambia, viene assistito dai medici della corsa, riprende la bici, perde due minuti e rientra come un forsennato. Poi il piemontese si stacca nuovamente quando la corsa affronta il Mont Cassel, una collinetta in pavé: Ganna scivola indietro, si mette le mani alla schiena, non riesce a tenerla dritta e si ritira a 62 km dalla conclusione. Che peccato: l’olimpionico aveva preparato il Tour con grandissima attenzione, aspettava la quinta tappa (la crono di Caen) per il duello con Evenepoel e Pogacar, e poi c’erano tappe come quella di domani e la settima che si trasformeranno in piccole classiche del Nord, e quindi adattissime a Ganna, che in questa stagione aveva puntato molto sulle corse di un giorno: secondo alla Sanremo, terzo ad Harelbeke, ottavo al Fiandre e 13° alla Roubaix. A questo punto la stagione di Ganna è tutta da reinventare, considerato che il Mondiale in Ruanda, sia la crono sia la prova in linea, sono per scalatori. Gli restano gli Europei in Francia e poi il Mondiale su pista a Cile a ottobre.
programma
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Domani seconda tappa, Lauwin Planque-Boulogne sur Mer, km 209,1: dislivello 2550 metri, per attaccanti, tre stelle. È già una di quelle tappe dove vedremo in azione i grandi di classifica. Si va verso il Mare del Nord, con il rischio di pioggia e ventagli, ma soprattutto ci sono tre salitelle negli ultimi 29 km che spezzeranno il gruppo. L’ultima è un Muro di 800 metri all’8,8% medio a 5 km dall’arrivo. Ricordate che cosa successe nella prima tappa del Delfinato, un mese fa, con l’attacco di Vingegaard su una collinetta al 5%? Bene, allacciatevi le cinture: Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel già sull’attenti in una giornata che strizza l’occhio a Van der Poel e Van Aert. Il rettilineo finale di 1200 metri tira all’insù al 4%. A Boulogne sur Mer, il più importante porto di pesca della Francia, nel 2012 c’è stata la prima vittoria in Francia di Peter Sagan.