Tour, zampata di Philipsen nella prima tappa di Lilla: "La maglia gialla era un sogno..."

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il fiammingo, lanciato da Van der Poel, domina la volata… per distacco sull’eritreo Girmay e sul norvegese Waerenskjold. Evenepoel e Milan a 39". Ganna si ritira dopo due cadute

Luca Gialanella

Giornalista

5 luglio - 18:17 - MILANO

A Lilla, Jasper Philipsen non sbaglia ed è la prima maglia gialla del 112° Tour de France: il fiammingo dell’Alpecin-Deceuninck, lanciato da Van der Poel, domina la volata… per distacco sull’eritreo Biniam Girmay (Intermarché) e sul norvegese Soren Waerenskjold (Uno-X), quinto Matteo Trentin (Tudor). Philipsen, 27 anni, belga di Mol come Tom Boonen, ha vinto la Milano-Sanremo 2024 grazie a uno splendido lavoro di Van der Poel sul Poggio: oggi conquista la decima tappa al Tour (è stato maglia verde della classifica a punti nel 2023), che significa la 54esima vittoria in carriera. "La maglia gialla potevo solo sognarla e oggi è mia", dice Philipsen, commosso. È il miglior amico di Tadej Pogacar, si frequentano spesso a Montecarlo con le rispettive compagne. Ma nella giornata più bella di Philipsen, Vingegaard e Pogacar guadagnano 39” su Evenepoel e Roglic per i ventagli nati nel finale: non male. Del resto lo sloveno l’aveva detto: attenzione alle prime tappe, tante insidie e trabocchetti, si possono perdere minuti. 

Alpecin - Deceuninck team's Belgian rider Jasper Philipsen celebrates on the podium with the overall leader's yellow jersey after the 1st stage of the 112th edition of the Tour de France cycling race, 184.9 km starting and finishing in Lille Metropole, northern France, on July 5, 2025. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

il ventaglio

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La giornata inaugurale del Tour regala elettricità ed emozioni in ogni istante. A 16,7 km dall’arrivo la Visma di Vingegaard tira fuori il ventaglio che spezza il gruppo. Il danese, in particolare è attentissimo e sprizza energia in ogni istante, merita una maglia gialla anche lui per come ha corso. E Pogacar non lo ha mai perso di vista, tanto che a 3,7 km dall’arrivo si ritrovano appaiati in testa. Sotto l’impulso di Jorgenson e Benoot, scudieri di Vingegaard, fanno un ritmo infernale, spalleggiati dall’Alpecin di Van der Poel e Philipsen, dalla Tudor di Trentin e dalla Uno-X, più i nostri Trentin, Albanese e Ballerini: davanti restano in 37, tra cui Pogacar e il suo compagno Wellens (campione nazionale del Belgio), O’Connor e Mas, e al traguardo Evenepoel, Roglic e tutti gli altri velocisti, come Merlier e Milan, non riescono più a rientrare. Vento a 30 all’ora, con raffiche a 40, lateralmente, Vingegaard in testa al gruppo più volte. Si va a 65 all’ora. A 13 km, sono 20” di vantaggio, a 11,6 sono 26”, a 10 km 32”. A 6 km sono 40”. A 5 km sono 40”, i 37 al comando vanno a 61 all’ora. Pogacar e Vingegaard in testa uno a fianco all’altro. È uno spettacolo questo finale a Lilla. Jonathan Milan, attesissimo al debutto in questo Tour, ha l’orgoglio di fare la volata del gruppo dei battuti, e la vince nettamente: 39° a 39”. Si rifarà tra due giorni. 

cronaca

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Una giornata stressante, come ci si poteva aspettare, sin dalla prima parte della tappa, quando il vento soffia forte lateralmente e i big, protetti dai gregari, temono i ventagli. Che non partono proprio perché le squadre non vogliono. Un’occasione che sarebbe costata fatica, certo, mentale e fisica, ma avrebbe fatto malissimo al gruppo. Si era già in fila indiana, i corridori "sventolavano" come bandierine davanti e dietro, e sarebbe bastato pochissimo per creare scompiglio. in una fase della corsa dove il vento era da poco cambiato e il plotone stava menando come matti. Hanno problemi Simon Yates, la maglia rosa del Giro, Politt, Lenny Martinez, Bissegger (un altro favorito per la crono al quinto giorno): stress totale. Poi il gruppo si calma. Poco dopo un altro segnale arriva da Jonas Vingegaard, il danese che non scivola mai oltre la decima posizione dalla testa del gruppo, e in cima al secondo Gpm di quarta categoria, il Mont Noir a 45 km dall’arrivo, passa primo davanti a Sivakov, gregario di Pogacar. Come dire: datemi una salita vera e vi faccio vedere chi sono. 

ganna

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Amarissima prima tappa per Pippo Ganna. L’olimpionico, che aveva puntato tutto sul Tour e saltato il Giro, cade al km 52 con Sean Flynn, in una curva a destra. Era un momento di elettricità pura del gruppo, perché il vento soffiava laterale forte e le squadre dei big temevano i ventagli. Ganna rompe una scarpa, resta a terra alcuni istanti, la cambia, viene assistito dai medici della corsa, riprende la bici, perde due minuti e rientra come un forsennato. Poi il piemontese si stacca nuovamente quando la corsa affronta il Mont Cassel, una collinetta in pavé: Ganna scivola indietro, si mette le mani alla schiena, non riesce a tenerla dritta e si ritira a 62 km dalla conclusione. Che peccato: l’olimpionico aveva preparato il Tour con grandissima attenzione, aspettava la quinta tappa (la crono di Caen) per il duello con Evenepoel e Pogacar, e poi c’erano tappe come quella di domani e la settima che si trasformeranno in piccole classiche del Nord, e quindi adattissime a Ganna, che in questa stagione aveva puntato molto sulle corse di un giorno: secondo alla Sanremo, terzo ad Harelbeke, ottavo al Fiandre e 13° alla Roubaix. A questo punto la stagione di Ganna è tutta da reinventare, considerato che il Mondiale in Ruanda, sia la crono sia la prova in linea, sono per scalatori. Gli restano gli Europei in Francia e poi il Mondiale su pista a Cile a ottobre. 

programma

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Domani seconda tappa, Lauwin Planque-Boulogne sur Mer, km 209,1: dislivello 2550 metri, per attaccanti, tre stelle. È già una di quelle tappe dove vedremo in azione i grandi di classifica. Si va verso il Mare del Nord, con il rischio di pioggia e ventagli, ma soprattutto ci sono tre salitelle negli ultimi 29 km che spezzeranno il gruppo. L’ultima è un Muro di 800 metri all’8,8% medio a 5 km dall’arrivo. Ricordate che cosa successe nella prima tappa del Delfinato, un mese fa, con l’attacco di Vingegaard su una collinetta al 5%? Bene, allacciatevi le cinture: Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel già sull’attenti in una giornata che strizza l’occhio a Van der Poel e Van Aert. Il rettilineo finale di 1200 metri tira all’insù al 4%. A Boulogne sur Mer, il più importante porto di pesca della Francia, nel 2012 c’è stata la prima vittoria in Francia di Peter Sagan.

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