Sylla: "Velasco? Come se giocasse a carte. Vado in Turchia, non per soldi ma..."

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La schiacciatrice azzurra: "Orgogliosa di quello che ha fatto questa squadra. A Gabi ho chiesto la maglia perché è la giocatrice preferita di mia sorella. Vado in un campionato dove noi giocatrici siamo riconosciute per quello che siamo"

Davide Romani

Giornalista

11 settembre 2025 (modifica alle 08:06) - MILANO

Domenica ha messo a terra lo storico muro che ha regalato all’Italia al femminile il secondo oro mondiale. Poi lunedì è stata accolta dagli appassionati all’aeroporto di Malpensa. Dopo un giorno di meritato riposo, ieri Myriam Sylla ha fatto visita al nostro giornale con due compagne di viaggio inseparabili: la medaglia d’oro dei Giochi di Parigi e quella mondiale appena vinta.

Sylla, in Nazionale ha vinto praticamente tutto. C’è un momento della sua carriera che le ha dato più gioia? 

"Questo, perché con le mie compagne abbiamo completato l’opera. Sono fiera del gruppo e sono fiera di me stessa, ho vinto tutto". 

In questo Mondiale il commissario tecnico ha avuto spesso il coraggio di fare cambi anche importanti. Qual è la forza di Velasco? 

"Non so come esprimere la sua forza, la sua magia. Faccio un esempio: è come se avesse un mazzo di carte, lui conosce perfettamente le carte che ha a disposizione. Voi vedete le 6 che ha scoperto e messo in campo ma lui conosce benissimo anche le altre del mazzo. Non è coraggio, è saper conoscere bene il gioco. Ha mangiato così tanta pallavolo…".

A turno siete state tutte protagoniste. È la vittoria del gruppo? 

"A tutte piace essere protagoniste ma bisogna essere bravi a collaborare. Non può esserci una solo giocatrice che risolve da solo le partite". 

Dalla prossima estate non ci sarà più De Gennaro in azzurro. Spera che possa cambiare idea? 

"Io non mi sento di contraddire la scelta di una donna che ha vinto e fatto tanto per l’Italia. Se lei ha deciso per me va bene così. Sono sicura di una cosa: mi mancherà tantissimo. Come Nazionale perderemo un pezzo di cuore, un pilastro importante del nostro gruppo". 

Qual è l’avversaria più forte che ha incontrato in carriera? 

"Gabi. È fortissima nell’interpretazione del gioco, nella lettura. Dopo la semifinale le ho chiesto la maglia perché è la giocatrice preferita di mia sorella". 

In questi anni l’Italia ha vinto meno di quanto poteva vincere? 

"Sì ma credo che le cadute ti insegnino a risalire. Oggi non saremmo queste". 

Le Olimpiadi di Tokyo sono state il momento più difficile? 

"Non penso. Certo, a quei Giochi ogni atleta era forte ma forse mancava coesione". 

Se potesse scegliere una compagna di Nazionale da portare in Turchia con lei chi sceglierebbe? 

"De Gennaro. Sa come si fa a vincere e in seconda linea è una macchina, fa la differenza". 

Dall’esordio in Nazionale nel 2015 a oggi, quali sono stati i suoi tre momenti che l’hanno segnata di più? 

"Senza dubbio il salto di qualità che ho fatto nel 2018 con l’argento mondiale in Giappone. Da lì è iniziata la vera Myriam. Al Mondiale del 2022 poi sono stata tanto in panchina e quello è stato un momento formativo. Mi ha temprato, mi ha lasciato qualcosa. Infine, l’oro all’Europeo 2021 arrivato dopo un percorso non facile". 

Ha mai visto Velasco arrabbiarsi? 

"Certo, è un essere umano, ha delle emozioni, come tutti noi, e si arrabbia come chiunque". 

Qual è la differenza tra essere migliori amiche o compagne di squadra? 

"Non saprei paragonare questi due tipi di rapporto. Di sicuro so che con le compagne di squadra andrei in 'guerra'". 

Cosa l’ha convinta a intraprendere l’avventura al Galatasaray? 

"La Turchia riconosce le giocatrici per quello che sono. Io non ho mai rincorso i soldi. All’estero mi hanno sempre offerto il doppio dello stipendio che prendevo in Italia ma ho sempre pensato che portare in alto il nome del nostro campionato fosse fondamentale. Ho giocato in club importanti, ambiziosi. Ho avuto compagne di squadra fortissime. Quindi non mi posso assolutamente lamentare. Adesso è venuto il momento di provare un’esperienza all’estero". 

Nel 2002 aveva 7 anni. Che ricordi ha del primo oro mondiale della Nazionale femminile vinto a Berlino? 

"Le ho guardate in tv e ricordo che scrivevo i loro nomi, come Togut, non conoscendo esattamente il ruolo". 

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