Risolvere al più presto la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, lo stato diffuso di malnutrizione e il collasso sanitario a cui è stata ridotta, garantendo al contempo il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas: è quanto chiede il Gruppo 2003 per la ricerca scientifica (che riunisce gli scienziati italiani che figurano tra i ricercatori più citati nella letteratura scientifica mondiale), associandosi al monito che era già stato lanciato lo scorso luglio dal presidente dell'Accademia delle scienze di Israele, David Harel.
Riferendosi anche alla guerra in Ucraina, il Gruppo 2003 osserva in una nota che "ci troviamo ormai davanti alla realtà di guerre che prendono la popolazione civile come bersaglio principale e non occasionale. Ci sembra quindi giusto associarci all'appello dei colleghi scienziati che testimoniano le ragioni dell'umanità troppo spesso calpestate".
Nel suo appello, Harel aveva scritto parole molto nette sulla situazione mediorientale: "non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla terribile crisi umanitaria nella Striscia di Gaza che mette a repentaglio la vita e la salute di centinaia di migliaia di persone". E ancora: "una crisi sanitaria di questa portata ha conseguenze a lungo termine: epidemie, mortalità infantile e feriti che avrebbero potuto essere salvati, gravi danni allo sviluppo di un'intera generazione di bambini e un aggravamento dei cicli di povertà, traumi e radicalizzazione. Tutto ciò va ben oltre un problema umanitario locale, costituendo una minaccia sanitaria, sociale e per la sicurezza che mette in pericolo la stabilità dell'intera regione e che avrà ripercussioni anche su Israele, sulla sua posizione economica e scientifica e sul suo futuro in termini di cooperazione regionale e internazionale".
Per questo, "in qualità di presidente dell'organismo di vertice della comunità scientifica israeliana", Harel aveva chiesto "al governo israeliano di agire immediatamente", anche per raggiungere un accordo che permettesse il rilascio degli ostaggi tenuti da Hamas.
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