"La Gigafactory doveva occupare
1.800 persone dopo è stato tutto sospeso. Oggi ci ritroviamo con
la chiusura tra pochi giorni del motore Fire 16 valvole e avremo
altri esuberi. Ci hanno dato il contentino del nuovo cambio da
assemblare ma occuperà solo 300 lavoratori e avremo un esubero
di 400 operai che non si potrà risolvere con uscite volontarie e
cassa integrazione". Così a Termoli Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl
metalmeccanici in una conferenza stampa nello stabilimento 'Cala
Sveva' all'indomani dell'allarme lanciato sull'imminente
chiusura dello storico reparto del motore Fire che ha
rappresentato un pezzo importante di vita dello stabilimento
automobilistico, all'epoca Fiat, oggi Stellantis.
"Si sta uccidendo - spiegano i sindacalisti - l'eccellenza di
un territorio a causa di regole dell'Unione Europea. Chiediamo
con forza alla politica locale e nazionale nuovi prodotti ibridi
perché Termoli non merita tutto questo, perché siamo stati
sempre i primi in Italia e non in Europa".
"Il rischio di andare tutti a casa c'è con queste regole
dell'Europa - denuncia il segretario della Uilm in Molise,
Francesco Guida -. Per questo abbiamo deciso di lanciare un
allarme forte sul territorio, portarlo a Roma affinché vengano
cambiate queste regole. Qui c'è in ballo non solo la
sopravvivenza di questo stabilimento, ma del settore
automobilistico. Non è un problema di Stellantis, ma di tutti.
Al di là dell'arrivo dell'auto elettrica, le regole stringenti
stanno facendo perdere posti di lavoro, a migliaia. E devono
ancora arrivare le aziende cinesi in massa. E' una follia".
"Se le normative europee restano tali, non dovessero cambiare
a parte qualche correttivo come la sospensione delle multe alle
case automobilistiche per tre anni - sottolinea Giovanni
Mercogliano della Fismic - se dovesse saltare l'investimento
della Gigafactory di Termoli, ci sarebbe un problema serio per
tutta l'industria in Molise, non solo Stellantis, ma anche
l'indotto".
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