Spector, ex ct della Nazionale: "Il padel vola, ma si può fare di più. Italiani al top? Aspettate qualche anno..."

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"Fino a tre, quattro anni fa non esistevano le scuole padel, ora i circoli sono attrezzati e tutto il nord Italia sta crescendo". Sul Milano Premier Padel: "I favoriti sono Coello-Tapia, hanno qualcosa in più"

Giovanni Girolimetti

12 ottobre - 14:47 - MILANO

Il padel in Italia è più in forma che mai, lo sa bene Gustavo Spector. Lui, che ha guidato la Nazionale dal 2014 al 2022 e che ha contribuito forse più di tutti a far crescere il movimento nel nostro paese, ora vede i frutti del suo lavoro. In questi giorni ha assistito da vicino al calore dell’Allianz Cloud per i campioni del Milano Premier Padel P1, il circuito professionistico è sempre più seguito. In attesa delle finali “Gus” fa il punto della situazione su dove siamo arrivati – e dove vogliamo arrivare.

Milano ospita per la terza volta il Premier Padel, la partecipazione cresce di anno in anno. Come si colloca questa tappa all’interno del circuito? 

"Milano sta diventando una tappa molto desiderata. Stiamo vedendo una crescita esponenziale del padel in tutti i paesi europei, soprattutto in Belgio, Olanda e Germania, ma non solo: in questi giorni ho allenato al circolo (Spector Padel House, ndr) dei ragazzi polacchi, che sono arrivati a Milano per vedere i campioni del Premier Padel. La nostra città ha la grande fortuna di trovarsi al centro dell’Europa, La posizione è veramente favorevole, è parte del motivo per cui tantissime persone vengono in Italia per assistere al torneo". 

Il successo è notevole, vedere così tanta partecipazione dell’Allianz Cloud ne è la prova. 

"È vero, anche se credo che potremmo puntare ancora più in alto. Il cambio di date (da dicembre a ottobre) è stata un’idea azzeccata, ma andava comunicata con un po’ più di chiarezza. E tutti i circoli milanesi dovrebbero contribuire a promuovere l’evento, magari incentivando i più giovani ad assistere alle partite. In questo modo, oltre al solito pienone a cui assistiamo nel weekend, si potrebbe portare più pubblico anche durante i turni infrasettimanali". 

Anche perché Milano ne ha le potenzialità. Nell’ultimo periodo si è dimostrata forza trainante del movimento italiano, fra poco raggiungerà Roma a livello di numeri. 

"Roma inizialmente ha avuto uno sviluppo molto più rapido, il boom del padel italiano è avvenuto nella capitale, ma in questo momento Milano e in generale tutto il nord Italia sta crescendo tantissimo a livello di iniziative". 

Stiamo seguendo la giusta strada. Quanto ci vorrà, allora, prima di vedere una coppia di italiani nel tabellone del torneo? 

"Intanto ci godiamo Carolina Orsi, che è già nella top 30 del femminile. Capire quando vedremo una coppia italiana protagonista è molto difficile: tutto il mondo del padel è sempre più competitivo e ci sono veramente troppe variabili da considerare. In ogni caso, in Italia stiamo facendo passi da giganti. Fino a tre, quattro anni fa quasi non esistevano le scuole padel, ora i circoli si sono attrezzati bene: è il primo passo per raggiungere l’obiettivo. Credo comunque che ci vorranno pochi anni per vedere giocatori italiani andare avanti anche nel tabellone maschile, dobbiamo avere un po’ di pazienza". 

Fra poche ore si giocheranno le finali: quali coppie vede come favorite? 

"Nel femminile avevo pronosticato Brea-Triay come vincitrici, ma lo stop di Gemma (Triay) ha cambiato completamente lo scenario. Gonzalez-Fernandez sono passate in finale senza doverle battere, ma penso che oggi non riusciranno a superare Sanchez-Josemaria. Nel maschile stiamo assistendo ad uno spettacolo equilibrato, Galan-Chingotto e Coello-Tapia si sono alternati nelle vittorie delle ultime tappe. Per me non si parte comunque da un 50-50, i numeri 1 – Coello e Tapia – hanno sempre qualcosa in più degli altri".

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