Sinner: "Sono orgoglioso di essere italiano. Ecco perché ho dovuto dire no alla Davis"

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Il n.1 già a Torino per le Atp Finals e protagonista di “Jannik, oltre il tennis” trasmesso da domani su Sky: "Questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io"

4 novembre 2025 (modifica alle 19:45) - MILANO

“Sono orgoglioso di essere italiano, felice di essere nato qui e non in Austria, o da un’altra parte. Questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io”. A qualche giorno dall’inizio delle Nitto Atp Finals Jannik Sinner si è raccontato nel quarto capitolo di “Jannik, oltre il tennis”, l’intervista a cuore aperto con il numero 1 del mondo realizzata dal direttore di Sky Sport Federico Ferri e in onda da domani dalle 20.45 su Sky Sport Tennis e Now. “Perché abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori, abbiamo tantissime mentalità differenti. Che sono anche la nostra nostra forza: alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente diversa, però è anche la nostra fortuna, la forza nelle differenze, sì. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita”. 

gli idoli 

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Nell’intervista realizzata in un set allestito all’Istituto di Candiolo per la ricerca e la cura del cancro, in provincia di Torino, davanti a un pubblico di pazienti, ricercatori e medici dell’ospedale e alla presenza della presidente della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, Allegra Agnelli, Sinner ha parlato del suo primo idolo “è stato Andreas Seppi. Poi dopo, quando sono entrato un po’ nel tennis, è diventato Roger Federer, poi ho conosciuto Rafa Nadal ho detto: lui umanamente è incredibile. Poi ho conosciuto Nole e ho detto: lui è incredibile in quello che fa. Però poi ti rendi conto che siamo persone che non cambiano il mondo. Invece oggi siamo seduti qua e voi (rivolto al pubblico di ricercatori e medici dell’Istituto di Candiano) fate la differenza, voi che riuscite a dare una vita o a risolvere dei problemi che sembrano impossibili. Noi giochiamo solo a tennis, cerchiamo di tirare una pallina in campo. Poi c’è chi lo fa meno bene e chi lo fa di più”.

la scelta

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Jannik ha spiegato anche come è nata la decisione di non disputare le finali di Coppa Davis. “A fine stagione, con tutte le pressioni, le partite giocate, le emozioni, sia quando si è vinto sia dopo una sconfitta, ci vuole tanto tempo a rimettere tutte le cose insieme. E soprattutto a fine stagione una settimana è davvero tanto, per noi atleti. Se hai una settimana in più di preparazione, a parte che hai una settimana in più di vacanza e arrivi in preparazione più forte, più carico, con più energie e soprattutto con più voglia. Giochiamo a tennis tutti i giorni e quindi ci sta che, a volte, non hai tanta voglia… però se tu inizi una settimana prima le settimane di carico, perché non è che inizi a mille già dal primo giorno, quelle sono importantissime, soprattutto per l’inizio della stagione ma anche a lungo termine e per la prevenzione degli infortuni. Quindi per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio che questa è stata la scelta giusta [non giocare la finale Davis]. Invece l’anno scorso è stato diverso: l’anno scorso non ho giocato a Parigi, ho detto “io voglio giocare la Davis” e mi hanno un po’ trattenuto, nel mio team, ma ho detto “no, questo quest’anno voglio giocare perché l’avevo promessa a Berrettini quando abbiamo vinto nel 2023, quando lui era lì a sostenerci e abbiamo vinto, io l’ho abbracciato e gli ho detto ”ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile” e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che nel 2025 sicuramente non avrei giocato”.

la fiducia

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 Per le Finals di Bologna Sinner chiede di avere un po’ più di fiducie nell’Italia: “La cosa che a me personalmente non piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, possiamo permettere di non convocare il 26 al mondo in Coppa Davis perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile! Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta”. Ora la testa è tutta sulle Atp Finals in programma dal 9 al 16 novembre.

La Gazzetta dello Sport

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