Pronostici non scontati: dalla corsa al titolo a quella in un posto nell'Europa che conta. E sul cammino di chi è al vertice, tanti incroci pericolosi con chi lotta per non retrocedere
Arianna Ravelli
27 aprile - 08:20 - MILANO
L’unica certezza è che la lotta scudetto, così come quella Champions, sono bellissime. Per il resto, vatti a fidare. Trappole, sorprese, giochi mentali, fantasmi di ipotetici spareggi, mille variabili. Leggere compulsivamente il calendario per sperare di trarne indicazioni certe, o, peggio, pronostici credibili è un esercizio inutile. A questo punto della stagione distinguere tra gli avversari - lo insegna la storia dei campionati – espone solo al rischio figuracce. Prendiamo Inter e Napoli, dopo tanti alti e bassi appaiate per la prima volta. Si riparte da zero. Cinque partite, cinque finali e potrebbero non bastare. Non c’è una favorita. A braccetto verso la volata finale. Ammesso che il Napoli abbia un vantaggio dal calendario questo non dipende tanto dalle partite di campionato (sue o dell’Inter), ma dal surplus di impegni che aspettano i nerazzurri in Champions. Per dire: il Toro di Vanoli - che conosce Conte assai bene - non è avversario più facile della pur rilanciata Roma.
L’Inter ha la rosa più ampia: col recupero di Zielinski e Dumfries manca solo Thuram all’appello. Tutte e due hanno tre partite in casa e due in trasferta. Una, l’Inter, si troverà di fronte le due romane, l’altra, il Napoli, andrà a sfidare in trasferta due squadre al momento in zona retrocessione, Lecce e Parma, e all’ultima incontrerà in casa un Cagliari che potrebbe non essere salvo. Dopo la settimana più difficile della stagione per i nerazzurri, il pendolo potrebbe sembrare spostarsi dalla parte della squadra di Conte ma abbiamo visto come le oscillazioni cambino velocemente senso. Inzaghi ha più da perdere, perché l’Inter era la favorita della vigilia, ha accarezzato il sogno del Triplete e vedersi sfuggire di mano i traguardi più grossi sarebbe grave. Però Simone ha la forza di un gruppo e di una società che lo sostengono, un rinnovo pronto in tutti gli scenari, e questo può fare la differenza. È fondamentale vincere oggi a San Siro, per riprendere un abbrivio, per scacciare dubbi e ansie, per affrontare il viaggio in Catalogna senza pensare che quella della Barceloneta sia l’ultima spiaggia. Conte vive sempre sul filo del rasoio e, anche quando non ce ne sarebbe motivo, ci si arrampica. Incendiare l’ambiente interno proprio quando bisognerebbe avere totale unità d’intenti può non essere una gran mossa, però ormai si sa: il carattere è la sua forza e il suo limite assieme. I risultati finora gli hanno dato ragione.
Quanto detto per la sfida scudetto vale a maggior ragione per la lotta Champions. Il tutto con la complicazione della perdita della quinta squadra che, a ben vedere, trova una ragione nella particolare competitività della serie A. È un paradosso frustrante: il nostro campionato ha una difficoltà che discende dall’equilibrio tra le sue squadre che (anche) per questo non sempre riescono a stare nelle competizioni internazionali come i più riposati avversari di campionati inferiori (si pensi a come sono uscite Juve e Milan dalla Champions). Di nuovo, difficile avventurarsi in pronostici. Oggi la Roma gioca a Milano contro un’Inter ferita, ma sicuri che i cugini laziali abbiano un compito facile con un Parma affamato di punti salvezza e ringalluzzito dal successo con la Juve? La quale Juve parte sì strafavorita contro il Monza, che però ha reso la vita molto complicata al Napoli solo una settimana fa. E la Fiorentina senza Kean dovrà guardarsi dall’Empoli. E poi: diversi scontri diretti sono concentrati fra il 35° e il 37° turno. Posto che l’Atalanta, che affronta il Lecce scosso dalle polemiche sul rinvio, ha un vantaggio non decisivo ma importante dopo il successo col Milan, chi ha più da perdere è la Juve, a -1 dal 4° posto: il calendario dice che deve andare a Bologna e a Roma, sponda Lazio, ma soprattutto senza la Champions il bilancio sarebbe negativo (e la panchina di Tudor compromessa). Delle altre, il Bologna ha l’occasione di scrivere un altro capitolo glorioso, la Fiorentina ha una seconda chance di Europa, non semplice, attraverso la Conference League.
Considerazione a margine: la qualificazione Champions porta valanghe di quattrini che possono far vincere la competizione dei bilanci. L’Inter può finire a zero titoli ma la stagione verrebbe classificata come (molto) positiva perché la prima in pareggio da tempo. Al contrario il Milan, che pure finirà con i conti in ordine, non baratterebbe le possibili due coppe con un posto tra le prime quattro.