Il tribunale del lavoro di Parigi ha dato ragione all'attaccante: il Psg deve versare quanto dovuto in stipendi e bonus arretrati alla stella del Real Madrid. Il club potrà fare ricorso
Ha vinto Mbappé, almeno fino al ricorso. Il tribunale del lavoro di Parigi ha deciso che tocca al Psg versare quanto dovuto in stipendi e bonus arretrati alla stella del Real Madrid, per gli ultimi mesi da giocatore nella capitale francese, risalenti al finale di stagione 2023-24. E il montante indicato dai giudici è di 61 milioni di euro. Un successo che il club dell'emiro del Qatar può contestare in appello.
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In ballo, dopo l'udienza del mese scorso c'erano però cifre astronomiche. Dopo aver esaurito le vie di giudizio alternative, l'affare era arrivato in tribunale e gli avvocati si erano scatenati. Mbappé pretendeva 263 milioni, di cui 44,6 per licenziamento senza giusta causa, 40,4 milioni di premio alla firma, includendo i giorni di riposo, e 37,5 milioni di lavoro dissimulato, sostenendo necessaria la riqualificazione del contratto a durata determinata in uno a tempo indeterminato. Il Psg invece reclamava 440 milioni al giocatore per azione sleale, gravi mancanze a impegni contrattuali e principi di buona fede, e per aver dissimulato tra luglio 2022 e giugno 2023 la volontà di non prolungare il contratto oltre il giugno 2024, privando così il Psg di un'importante potenziale indennità di trasferimento, di almeno 180 milioni di euro: il prezzo pagato nel 2017 per strapparlo al Monaco. Dal canto suo, Mbappé aveva inizialmente ottenuto il blocco di 55,4 milioni di euro sui conti della società parigina, annullato in via definitiva proprio ieri. Cifra che corrispondeva agli ultimi stipendi e premi non pagati a Mbappé come attaccante del Psg. Ma oggi i giudici del lavoro hanno respinto ogni richiesta del club, condannato così a pagare 61 milioni al suo ex fuoriclasse. Sentenza che potrà essere impugnata davanti ai giudici della corte d'appello.




