Si chiama Tino in omaggio all'ex attaccante del Parma, e dopo tanti stop a Empoli si è rivelato un centrocampista totale
Il numero 8 sulla maglia dell’Empoli non era un caso, per Tino Anjorin. Perché lui si sente davvero così, un numero 8, "un centrocampista centrale che può andare su e giù per il campo, attaccare, inventare, essere creativo, ma anche tornare indietro, difendere e fare tutto il lavoro sporco", così come si è definito in un’intervista alla Bbc. Un uomo che si muove davanti alla mediana e fa valere la sua fisicità, il suo passo, la sua visione, pure il suo destro forte e preciso. Il 23enne talento inglese è un bellissimo regalo da scartare, per il Torino di Marco Baroni. Perché può fare tante cose insieme e, quando ha avuto modo di dimostrarlo, le ha fatte tutte bene.
talento e sfortuna
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Faustino Adebola Rasheed Anjorin — si chiama così in onore di Asprilla; il fratello minore è stato battezzato Zico — è arrivato in granata dall’Empoli, dove ha concluso una stagione positiva nonostante la retrocessione. Era giunto in Toscana al termine dello scorso mercato estivo dal Chelsea, il club che lo aveva formato. Papà nigeriano e mamma inglese, Anjorin nasce a Poole, a tre ore di macchina da Londra. Da quando il primogenito ha 7 anni, papà Sheriff si fa la strada avanti e indietro centinaia di volte per portarlo ad allenarsi nel settore giovanile dei Blues. Il ragazzo entra presto nei radar delle nazionali inglesi, inizia da difensore ma poi si forma come centrocampista centrale. A 18 anni sente il profumo della prima squadra, l’8 marzo 2020 esordisce anche in Premier League, contro l’Everton. Quando è ora di spiccare il volo, arriva la pandemia. E ha inizio una serie di sventure: durante il lockdown perde 10 chili, "per via di una dieta e di un programma di allenamento sbagliati" e patisce un serio problema muscolare ai quadricipiti. Torna, esordisce in Champions League, poi nell’estate del 2021 il Chelsea lo manda in prestito alla Lokomotiv Mosca. Proprio quando sembra trovare continuità in fascia, Tino si frattura un metatarso. Ritorna in Inghilterra, trova spazio prima nell’Huddersfield e poi nel Portsmouth. Scende di categoria ma il suo valore è evidente, ha il passo e il tocco di un giocatore da Premier. Altri infortuni — caviglia, tendine di un ginocchio — lo costringono ogni volta a ripartire dal basso e a lavorare duro, sul fisico e sulla fiducia.
ripartenza anjorin
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Fino all’estate scorsa, quando su di lui scommette l’Empoli. In Toscana, Anjorin ha vissuto la stagione più continua della sua carriera, giocando 1118 minuti nell’arco di 22 partite, con due gol e tre assist. Roberto D’Aversa lo ha schierato soprattutto mezzala, dandogli molta libertà. Le reti sono arrivate alla fine del torneo, entrambe bellissime, contro il Venezia per il 2-2 — rientro dalla sinistra e destro sul secondo palo — e contro il Parma per il 2-1 — gran botta all’incrocio da fuori. Dall’inizio, però, l’inglese aveva impressionato per presenza fisica, ritmo, varietà di colpi, lettura del gioco. Ora vuole confermarsi in A con la statura che gli compete, quella del grande giocatore.