Sinner affronta il serbo che sogna un'altra vittoria in uno Slam: vediamo come può dare fastidio all'azzurro
Paolo Bertolucci
6 giugno - 09:46 - MILANO
Gli ultimi tre precedenti non mentono: il ritmo e la potenza di Jannik Sinner sono diventati una montagna troppo alta da scalare per Novak Djokovic, che infatti ci ha perso in Coppa Davis nel 2023, in Australia e a Shanghai nel 2024. Certo, l’esperienza e il carisma di un gigante che gioca oggi la 51a semifinale di uno Slam, ha vinto tre volte al Roland Garros e della terra parigina conosce ormai ogni granello, non possono essere sottovalutate, anche perché queste battaglie sono il terreno ideale per un guerriero come Nole. Ma a 38 anni, un giorno non è mai uguale a un altro e il serbo, nel torneo, è rimasto in campo tre ore in più rispetto a Jannik, che dunque avrà un grande vantaggio in termini di freschezza atletica.
le chiavi
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Ormai è impensabile, dal punto di vista fisico, che Nole possa reggere scambi prolungati contro il più forte colpitore del circuito, che mantiene velocità infernali a ogni esecuzione e continua a spingere da fondo fino a trovare l’angolo adatto per inchiodare l’avversario. Per questo mi aspetto che Nole mescoli le carte fin dall’inizio per sottrarsi alla possibile asfissia delle accelerazioni di Sinner, offrendo al numero 1 palle sempre diverse per tagli e rotazioni, con un uso massiccio delle smorzate e qualche serve and volley che accorci gli scambi. Di fronte, però, troverà un Sinner che rispetto a Roma ha compiuto progressi notevoli in ogni aspetto del gioco, scrollandosi definitivamente di dosso la ruggine della squalifica e tornando agli standard abituali.
feeling
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A Roma, Jannik era ovviamente ancora convalescente, ma quelle partite gli sono servite per recuperare il feeling con la palla in un contesto agonistico, poi la settimana di allenamenti a Parigi e il percorso iniziale del torneo gli hanno restituito la confidenza tecnica necessaria per alzare il livello progressivamente. Forse a volte fatica ancora a trovare la giusta posizione d’impatto sul campo, mostrando come la terra resti per lui la superficie più ostica, ma il motore della sua macchina perfetta è tornato a rombare a pieni giri. Jannik nelle prime cinque partite ha servito il 65% di prime palle ottenendone l’80% di punti, una base fondamentale per costruire la piattaforma con cui vanificare le velleità di Djokovic. Se Jannik imprimerà subito un ritmo insostenibile agli scambi, anche a costo di regalare qualche errore gratuito più del solito, perfino un mostro in difesa come Nole non avrà armi per controbattere.