Russia-Estonia, tensione al confine. Tallinn: "Spariamo se soldati che superano il confine"

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Ira dell'Estonia dopo l'ultimo sconfinamento. Il ministro degli Esteri Margus Tsahkna: "Che ci mettano alla prova"

Soldato russo - Fotogramma /Ipa Soldato russo - Fotogramma /Ipa

26 dicembre 2025 | 22.23

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"Se quei piccoli uomini verdi attraversano il nostro confine, spareremo". Sale la tensione tra Estonia e Russia dopo gli 'incidenti' provocati da Mosca sempre con maggior frequenza al confine. Senza giri di parole, Tallinn ha così annunciato che sparerà ai militari russi che entreranno nel territorio della repubblica baltica: la scorsa settimana si sono verificati sconfinamenti lungo il fiume Narva. Il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna ha ribadito che in diverse occasioni sono comparsi al confine militari russi senza distintivi sulle uniformi, i cosiddetti 'omini verdi'. "Che ci mettano alla prova", l'avvertimento del ministro, che ha assicurato anche che il Paese abbatterà gli aerei che violano il loro spazio aereo.

"Lo dico senza mezzi termini. Se quei piccoli verdi attraversano il nostro confine, spareremo. Non era la prima volta che li vedevamo", ha avvertito in un'intervista al portale di notizie polacco O2. Nonostante i precedenti siano stati bollati dal ministro come "niente di grave", per precauzione le autorità estoni hanno comunque deciso di chiudere il valico di frontiera di Narva. "Li teniamo costantemente sotto controllo", ha assicurato Tsahkna.

Si tratta di un sensibile cambio di passo nell'approccio estone alla questione. Finora infatti le autorità di Tallinn avevano insistito sulla de-escalation e sulla gestione diplomatica degli incidenti. Ma il quadro complessivo è quello di una pressione crescente sul fianco orientale della Nato, in un momento in cui diversi leader occidentali avvertono della possibilità di uno scontro diretto con la Russia entro i prossimi cinque anni.

L'ultimo sconfinamento di Mosca

Tre guardie di confine russe hanno attraversato per alcuni minuti il confine con l’Estonia, entrando senza autorizzazione in territorio Nato, nella mattina del 17 dicembre lungo il fiume Narva, nel tratto orientale del Paese baltico, secondo quanto riferito dal ministero dell’Interno di Tallinn e dall’emittente pubblica Err.

L’episodio, avvenuto in prossimità della diga dove il Narva confluisce nel lago Peipus, ha visto i militari russi oltrepassare la linea di controllo e rimanere sul lato estone per circa venti minuti, prima di rientrare in territorio russo. Il ministro dell’Interno Igor Taro ha dichiarato che non è ancora chiaro se si sia trattato di un gesto deliberato, sottolineando comunque che non vi è alcuna minaccia immediata alla sicurezza nazionale.

Tallinn ha rafforzato le pattuglie di confine e ha annunciato incontri con la parte russa, oltre alla convocazione di un rappresentante diplomatico di Mosca per chiarimenti ufficiali. L’incidente si inserisce in una serie di episodi simili registrati negli ultimi mesi: sorvoli non autorizzati, movimenti anomali di truppe, presenze navali provocatorie. A novembre, una motovedetta russa era stata avvistata sul Narva con il vessillo del gruppo Wagner; a settembre, tre caccia MiG-31 avevano violato lo spazio aereo estone per oltre dieci minuti.

Preso singolarmente, l’attraversamento del confine potrebbe apparire come un incidente tecnico. Ma nel contesto attuale, e soprattutto per un Paese che condivide 294 chilometri di frontiera con la Russia, il significato politico è più profondo. Secondo Elizabeth Braw dell’Atlantic Council, in un’analisi pubblicata su “Foreign Policy”, Mosca utilizza sempre più spesso azioni che restano sotto la soglia dell’aggressione militare vera e propria, ma che servono a testare, intimidire e normalizzare la violazione delle regole. È la cosiddetta “gray-zone aggression”, una strategia fatta di piccoli passi, ambigui e difficili da sanzionare, che mettono sotto pressione gli Stati bersaglio senza attivare automaticamente le clausole di difesa collettiva della Nato.

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