Roberto Lopes: "La mia favola con Capo Verde partita con un messaggio non capito... su LinkedIn"

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Il difensore degli 'Squali Blu': "Eravamo in un girone davvero difficile e ne siamo usciti vincitori per merito. Poter rappresentare mio padre nel palcoscenico più grande del calcio è fantastico"

Giuseppe Giuliano

16 ottobre - 21:33 - MILANO

Il delirio sugli spalti, l'invasione in campo dei tifosi, le lacrime dei calciatori, la grande festa per le strade. Capo Verde è appena diventata protagonista di una delle favole più belle della storia del calcio recente dopo aver ottenuto la sua prima qualificazione a un Mondiale. Si tratta di un risultato eccezionale considerato che sarà il Paese più piccolo di sempre a partecipare alla Coppa del Mondo, basti pensare che perfino le dimensioni del Molise sono superiori. Il sogno di mezzo milione di capoverdiani è diventato realtà al triplice fischio finale della gara vinta 3-0 contro Eswatini, chiudendo al primo posto il girone davanti al Camerun. Da questo momento l'arcipelago africano non sarà riconosciuto solamente per la bellezza dei suoi paesaggi, ma anche per aver scritto il suo nome nell'élite del calcio mondiale. Una storia incredibile di questa Nazionale riguarda il difensore Roberto Lopes, nato a Dublino, ma naturalizzato capoverdiano grazie alle origini del padre. Il classe 92' ha lavorato in banca fino al 2016, prima di vestire la maglia dello Shamrock Rovers, di cui è diventato capitano. Nel corso della sua carriera ha sempre giocato nelle nazionali giovanili dell'Irlanda, ma dal 2018 tutto è cambiato grazie a un messaggio ricevuto su LinkedIn. Attraverso le sue parole si può comprendere il senso d'orgoglio e la gioia dell'intero popolo di Capo Verde per la conquista di questo traguardo, ma al rientro a casa lo aspetta il regalo più bello che la vita potesse fargli: la nascita del suo primo figlio.

Congratulazioni per la qualificazione al Mondiale. Come si sente in questo momento? 

"Non riesco davvero a trovare le parole. È una sensazione così surreale. Il sollievo alla fine della partita, la consapevolezza di avercela fatta. Andremo ai Mondiali. Sono al settimo cielo in questo momento. È una sensazione incredibile". 

La gara è rimasta bloccata sullo 0-0 fino all'intervallo. C'era un po' di apprensione o nervosismo in spogliatoio nell'affrontare il secondo tempo o sapeva che avreste raggiunto la qualificazione? 

"Ci sono stati solo alcuni momenti di frustrazione nel primo tempo perchè gli avversari facevano di tutto per perdere tempo. Noi non potevamo farci nulla, dovevamo solo concentrarci sul nostro lavoro, cosa che abbiamo fatto molto bene, a mio parere. Avevamo creato alcune opportunità nella prima parte di gara. Sapevamo che se avessimo continuato a giocare così come stavamo facendo nel secondo tempo sarebbero arrivate ancora più occasioni. Per fortuna è stato così e le abbiamo sfruttate al meglio".

Dopo la terza rete ha realizzato di aver compiuto l'impresa? Come ha vissuto il secondo tempo? 

"Forse quando è arrivato il terzo gol mi sono rilassato finalmente. Fino a quel momento, pensavo solo a dare il massimo fino alla fine. Non si sa mai cosa può succedere nel calcio. Poi finalmente è arrivata la terza rete di Stopira, lui ha una storia fantastica: ha interrotto il ritiro dal calcio per unirsi a noi in queste gare di qualificazione per i Mondiali. È stato in campo per pochi minuti ed è stato straordinario, davvero incredibile. Quando è entrato sapevamo di essere vicini al traguardo, era solo questione di portare a casa la partita". 

Lei era solo un ragazzo quando l'Irlanda si qualificò al Mondiale nel 2002. Cosa significa per i 500.000 abitanti di Capo verde vivere questo sogno? 

"È fantastico, è sempre stato il sogno del popolo. Penso che da quando sono stato coinvolto in questo progetto sia stato un sogno alimentato sempre di più nel corso del tempo, avevamo la sensazione di potercela fare. Permettere al popolo di Capo Verde di seguire la squadra del loro paese al più grande evento sportivo del mondo è sicuramente il traguardo più importante della mia carriera da calciatore. Questa cosa mi dà un immenso senso di orgoglio. Scrivere la storia insieme a questo gruppo è una sensazione fantastica. Abbiamo raggiunto un grandissimo risultato e sa qual è il bello? Ci siamo meritati tutto questo, eravamo in un girone davvero difficile e ne siamo usciti vincitori per merito. È un risultato onorevole e dobbiamo andarne fieri". 

Cos'è successo dopo il fischio finale? Come sono stati i festeggiamenti in campo, nello spogliatoio e tornati in albergo? 

"È stata una festa continua: le esplosioni di gioia alla fine della partita, il senso travolgente di sollievo per avercela fatta... È stato incredibile. Provo una grande gioia dentro di me in questo momento per poter festeggiare con la nostra gente, con la nostra famiglia, con i nostri amici. Sì, è stato fantastico in campo, ci siamo divertiti molto anche nello spogliatoio quando eravamo solo noi ed è stato magnifico sulla via del ritorno vedere la gente in festa fuori dal bus per le strade. Non riesco a trovare parole che rendano giustizia. Spero che vedrete presto dei video perché è stato semplicemente fantastico". 

Ottenere questo traguardo sotto gli occhi di suo padre allo stadio credo sia stato molto speciale. Quanto pensa sia orgoglioso di lei oggi? 

"Sì, è stato davvero speciale averlo lì con me. Ha affrontato un viaggio molto lungo e questo mi ha dato una motivazione extra per cercare di portare a casa il risultato. Spero sia molto orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato. È lui la ragione per cui gioco per la nazionale di Capo Verde: rappresentarlo, rappresentare la mia famiglia a questo livello e ora sul palcoscenico più grande del calcio è semplicemente fantastico". 

La sua prima convocazione con Capo Verde è arrivata in maniera particolare tramite un messaggio su LinkedIn a cui all'inizio non ha dato molta attenzione, vero? 

"Sì. Questa storia è diventata famosa di recente. Tutto è iniziato nel 2018, quando ho ignorato per nove mesi un messaggio ricevuto dal c.t. Rui Aguas perché non capivo il portoghese. Per fortuna mi ha riscritto in inglese e ho fatto quello che avrei dovuto fare la prima volta, cioè tradurre il primo messaggio. Mi sono scusato profondamente e per fortuna mi hanno risposto e accolto, ora faccio parte della storia di questo paese. È incredibile andare a un Mondiale a 33 anni, anche se ne avrò 34 durante il torneo. Ancora non riesco a trovare le parole. Sono probabilmente la persona più fortunata del mondo".

Si sente così per un'altra ragione molto speciale... 

"La cosa divertente di questa settimana è che il calcio è stato l'ultima cosa a cui ho pensato e lo dico davvero sul serio. Io e mia moglie aspettiamo il nostro primo figlio. Potrebbe nascere in qualsiasi momento. Mi sono goduto i festeggiamenti dopo la partita, ma non vedevo davvero l'ora di tornare a casa per sperare di essere lì per la nascita. Non vedo l'ora di festeggiare con i miei amici e familiari".

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