"Stavo male, vomitato dopo le partite". Avversari a Pasquetta, l'allenatore romeno e la Signora si ritrovano contro al Tardini vent'anni dopo quell'episodio
"Capello mi ha portato qui, per questo lo ringrazierò sempre. Se tornassi a lavorare con lui? Sarebbe un piacere. Io sto qui, ho altri due anni e mezzo di contratto. Però nel calcio non si sa mai, anche perché alla fine non decidiamo noi calciatori". Novembre 2005: Cristian Chivu è un giocatore della Roma (e lo sarà fino all'estate del 2007) che parla così a Sky del suo ex allenatore che ha lasciato la Capitale per la Juventus. "Tornare a lavorare con lui? Sarebbe un piacere": questa la risposta della crepa, entrata, subdola, nelle orecchie dei romanisti e che ha cambiato il rapporto tra il romeno e quella piazza. Un mix letale. Cieca gelosia, rivalità, rabbia tanto sportiva quanto ingiustificata perché non era un congedo ma solo una riflessione. Peccato però per gli strascichi che quell'accostamento alla Juve portò con sé.
"andavo dallo psicologo, a fine partita vomitavo"
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"In un'intervista risposi, a domanda precisa, che mi sarebbe piaciuto lavorare nuovamente con lui (Capello, ndr) in futuro. E questo accadde poco prima del suo addio; poi andò alla Juventus. Il giorno seguente i media fecero il titolo: 'Chivu alla Juventus'. Ma non era vero, io parlai solo ed esclusivamente di Capello - raccontò proprio Chivu in una chiacchierata con Cronache di Spogliatoio -. Da quel momento il pubblico della Roma cambiò atteggiamento nei miei confronti, l'Olimpico non mi perdona più nulla. Io ne soffrivo. In quel periodo andavo dallo psicologo, a fine partita vomitavo per lo stress e per l’ansia, non riuscivo a uscirne e ho chiesto aiuto". Lui l'ha definita un'ingiustizia e ha detto che provava "un mix di rabbia, stress e ansia. Ne uscii grazie allo psicologo e alle mie risorse interiori… e alla vittoria nel derby con la Lazio, da lì finirono i fischi". Ma che fatica. Si parla sempre di quanto alcuni calciatori siano fragili fisicamente (lui veniva soprannominato Swarovski), ma mai di quanto questi possano essere emotivamente vulnerabili. Chivu era arrivato alla Roma dall'Ajax, Koeman il primo sponsor ("Talento eccezionale, giocatore completo e bravissimo anche sulle punizioni"), e quell'accostamento alla Juve aveva fatto vacillare, non poco, il rapporto con la piazza. Ora ritrova Madama sul suo cammino, per la prima volta da allenatore di una prima squadra. Vent'anni dopo.