Protesi di ginocchio: l’era della chirurgia personalizzata è iniziata e guarda ad AI e stampa 3D

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Ortopedia

La rivoluzione non sta solo nei materiali o nei dispositivi ma nel modo in cui il chirurgo pianifica ed esegue l’intervento: ogni paziente ha la sua biomeccanica e oggi siamo finalmente in grado di tenerne conto

di Pietro Simone Randelli *

4 agosto 2025

La chirurgia protesica del ginocchio è entrata in una nuova era: la chirurgia “su misura”, dove il trattamento non è più standardizzato ma adattato alle caratteristiche biomeccaniche e anatomiche del singolo paziente. L’obiettivo è duplice: migliorare il risultato clinico e funzionale e prolungare la durata dell’impianto, riducendo complicanze, dolore e tempi di recupero.

Con oltre 85 mila impianti di protesi di ginocchio effettuati ogni anno in Italia e un tasso di crescita annuale che si stima del 3,6% tra il 2025 e il 2030, l’adozione di tecnologie personalizzate, dunque, non è più un’opzione, ma una risposta concreta a una crescente domanda di efficacia, durata e sicurezza. La rivoluzione non sta solo nei materiali o nei dispositivi, ma nel modo in cui il chirurgo pianifica ed esegue l’intervento: ogni ginocchio è diverso, ogni paziente ha la sua biomeccanica, e la chirurgia moderna è finalmente in grado di tenerne conto.

AI e stampa 3D

l futuro della chirurgia protesica guarda all’intelligenza artificiale e alla stampa 3D. Parlare oggi di protesi “su misura” vuol dire, infatti, non solo l’utilizzo di protesi ottenute con la stampa 3D, “le protesi custom made”, ma un ulteriore salto di qualità nell’ambito della chirurgia ortopedica che arriva ancora dalla tecnologia con nuove tecniche chirurgiche che possono “personalizzare l’impianto”, in base all’allineamento degli arti del paziente e con risparmio dell’osso: protesi ingegnerizzate, navigate o robotiche stanno diventando sempre più comuni nel nostro Paese.

Nel 2024, infatti, quasi 7.000 interventi sono stati effettuati con chirurgia robot-assistita, circa il 10%, un numero ancora contenuto rispetto alla media europea (25%), ma in crescita costante.

Tecnologia personalizzata

La chirurgia robotica consente di adattare ogni intervento alle caratteristiche anatomiche del singolo paziente, migliorando il bilanciamento e l’allineamento dell’impianto. Non si costruisce una protesi diversa per ciascun paziente, ma si utilizza la tecnologia per renderla perfetta per lui. E’ quindi il chirurgo che, attraverso una pianificazione dell’intervento e una programmazione accurata del robot, personalizza l’impianto sul paziente. Vi possono essere robot che effettuano direttamente il taglio della superficie ossea e altri che consentono il posizionamento di maschere di resezione tradizionali: il risultato finale in entrambi i casi è un posizionamento accurato dell’impianto protesico. Comunque, il robot non sostituisce mai il medico: è uno strumento evoluto, al servizio della competenza del chirurgo.

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