Prime immagini dal Vera Rubin Observatory

3 giorni fa 3

Dopo oltre due decenni di attesa, il Vera Rubin Observatory ha finalmente svelato le sue prime immagini: uno sguardo mozzafiato sull'Universo, che spazia dalle nebulose all'interno della nostra galassia fino agli ammassi di galassie e agli asteroidi situati tra la Terra e Marte.

Nebulose: i dettagli sorprendenti del Vera Rubin

Scattate in sette ore con un mosaico di 678 esposizioni, le immagini della Nebulosa Trifida e della Lagoon Nebula — a 9.000 e 5.200 anni luce di distanza — mostrano stelle e nubi di gas in colori vividi. Risaltano il rosa delle regioni ionizzate e l'arancione della polvere interstellare, dettagli che strumenti precedenti non avevano mai catturato con tale nitidezza. Come sottolinea Rachel Webster, astrofisica dell'Università di Melbourne: «Le immagini sono nitide anche ai massimi ingrandimenti».

Ammasso della Vergine: un balletto galattico

Un secondo set di immagini ha ripreso l'Ammasso della Vergine, a circa 55 milioni di anni luce, mostrando una moltitudine di galassie, alcune in fase di fusione. L'eccezionale campo visivo dell'osservatorio ha permesso di documentare misteriosi smudges – regioni sfocate o poco definite di luce, spesso riconducibili a galassie deboli o lontane – e ponti stellari tra galassie, indicando la possibile presenza di sistemi privi di un centro luminoso definito. Come spiega Tania Barone della Swinburne University: «Il James Webb catturerebbe una sola galassia, qui vediamo l'intero contesto».

Asteroidi: un rapido "censimento" del cielo

In sole 10 ore di osservazioni, il Rubin ha individuato 2.104 nuovi asteroidi nel sistema solare, di cui sette sono oggetti near-Earth (NEO), fortunatamente senza rischio di collisione. Un risultato che lo posiziona all'avanguardia nella sorveglianza di oggetti potenzialmente pericolosi.

Capacità rivoluzionarie e obiettivi a lungo termine

Il Rubin ospita un telescopio da 8,4 metri e la più grande camera digitale al mondo, da 3.200 megapixel. Situato a 2.682 metri di altitudine sul Cerro Pachón, nel deserto di Atacama, beneficia di un'atmosfera eccezionalmente stabile, ideale per le osservazioni astronomiche.
Il cuore del progetto è il Legacy Survey of Space and Time (LSST): una mappatura decennale del cielo australe, con immagini ogni tre notti per monitorare miliardi di stelle, galassie, supernove e asteroidi. Questo permetterà non solo di individuare oggetti in rotta di avvicinamento verso la Terra, ma anche di seguire l'evoluzione dinamica dell'Universo osservabile in pochi giorni.
È previsto il rilascio immediato di allerte su eventi transienti – come esplosioni di supernove, lampi gamma, variazioni di luminosità di stelle o galassie – con aggiornamenti in meno di 60 secondi: una novità che rivoluzionerà l'astronomia time-domain (cioè studio del cielo effettuato osservando come cambiano nel tempo gli oggetti e i fenomeni astronomici).

Alla conquista del buio: materia oscura ed energia oscura

Intitolato alla pioniera Vera Rubin, che per prima dimostrò l'esistenza della materia oscura, l'osservatorio ha tra i suoi obiettivi anche quello di indagare i misteri dell'energia oscura e realizzare il più grande «film cosmico» mai prodotto: una sequenza in movimento dell'evoluzione del cosmo.

Leggi l’intero articolo