Prestiti del Diavolo: Calabria e Okafor campioni gettano sale sulle ferite rossonere

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Dopo le cessioni al mercato invernale, il terzino ha vinto la Coppa Italia col Bologna, lo svizzero lo scudetto col Napoli

Massimo Oriani

Giornalista

24 maggio - 11:16 - MILANO

Potrebbe andar peggio, potrebbe piovere. E allora, cari tifosi milanisti, aprite l'ombrello. Aveva ragione Marty Feldman, l'Igor di Frankenstein Jr. Non che con tutti i problemi in casa rossonera i successi degli altri siano in cima al cahiers de doléances dei supporter del Diavolo. Le lamentele sono mirate a ben altro. Anzi, altri. Ma al tempo stesso un briciolo d'amarezza in più, una spruzzatina di sale sulla ferita aperta di una stagione da dimenticare, la devono aver gettata le vittorie di Okafor e Calabria.

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Nessuno sugli spalti di San Siro rimpiange lo svizzero. Nel '24-25, prima della cessione al Napoli, aveva realizzato una rete (alla prima di campionato col Torino) in 11 presenze. Aveva lasciato il Milan tra gli sguardi attoniti dei tifosi che lo avevano visto rientrare da un infortunio leggermente (eufemismo) sovrappeso. Antonio Conte lo ha utilizzato col contagocce: 4 presenze per un gran totale di 36 minuti. E zero gol o assist. Ma intanto ieri al Maradona c'era pure lui a festeggiare il tricolore. Non che sia dispiaciuto ai milanisti, visto che lo ha tolto all'Inter... Okafor tornerà a breve a Milanello per fine prestito. Impensabile che il Napoli lo riscatti. E altrettanto improbabile che Tare lo tenga. Toccherà al nuovo ds trovargli una sistemazione dato che il contratto col Milan scadrà nel giugno 2028.

  Fikayo Tomori of AC Milan reacts with Davide Calabria of Bologna  at the end of the Coppa Italia Final match between AC Milan and Bologna at Stadio Olimpico on May 14, 2025 in Rome, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

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Diverso il discorso per Davide Calabria. Era il capitano, un prodotto del vivaio rossonero. È italiano, uno dei pochi che erano rimasti al Milan. Ma più di qualcosa si era rotto, coi tifosi spazientiti e soprattutto con Sergio Conceiçao, come ha dimostrato la imbarazzante lite pubblica, in campo, dopo Milan-Parma. La sua permanenza era diventata un problema. Vedersi soffiare il posto da Emerson Royal, il più grosso buco nell'acqua della campagna acquisti estiva di Furlani e soci, non deve essere stato facile da digerire. Inevitabile il divorzio. Il Bologna lo ha accolto a braccia aperte, anche se pure lui il campo non l'ha visto moltissimo. Italiano lo ha schierato 10 volte in 15 partite di campionato. Il suo contratto scade a giugno. Ma intanto pure lui ha alzato un trofeo, la Coppa Italia, vinta proprio in finale contro il suo Milan. La legge di Murphy, roba da dilettanti al confronto...

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