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Da Castellammare a Brescia, dal rapporto con i fratelli calciatori a quello con Chivu, ecco chi è il goleador della provvidenza, già a segno col club e in Nazionale, che Marotta e Ausilio hanno blindato fino al 2030
Filippo Conticello
25 ottobre - 07:42 - MILANO
A chi somiglia Pio? Quanto vale Pio? Quando segna Pio? Che contratto ha Pio? Si affollano le domande sotto al cielo degli Esposito, ma manca sempre la più importante: chi è questo benedetto Pio? Chi è davvero questo ragazzone di 191 centimetri, riuscito impasto di napoletano e bresciano, terzo fratello maschio di una famiglia di calciatori provetti, per tanti il salvatore della patria che galoppa su un azzurro destriero? La Piomania è reale e montante - forse troppo -, rimbalza sui social e cresce in parallelo al centravanti dell’Inter e della Nazionale, 20 anni compiuti il 28 giugno, proprio mentre nel Mondiale americano convinceva il suo club a tenerlo una volta per tutte. Il sogno è di tornare un’estate dopo dall’altra parte del mondo per giocarsela con il ct Gattuso, l’ultimo a essere stregato da tanto talento giovane, selvaggio, eppure ordinato e con testa da trentenne. Ancora di più dopo aver fatto saltare il tappo pure con l’Italia dei grandi: in Estonia, l’11 ottobre, Esposito junior ha realizzato il primo gol in Nazionale, accompagnato dalla stessa attesa messianica del primo in nerazzurro arrivato a Cagliari. Con Francesco Pio, il nome completo che lui stesso restringe nelle ultime tre lettere squillanti, funziona così: è tanto il bisogno italico di una nuova icona che a lui si affidano le nostre grandi speranze. In questa impresa lo aiuta un allenatore-papà, Cristian Chivu, che lo ha allevato da quando di anni ne aveva 13: “Siamo cresciuti insieme, era un bambino e me lo sono ritrovato grande come un armadio...”, ha scherzato il tecnico romeno. I tifosi di altre squadre storcono il naso, ironizzano sull’eccesso di complimenti e aspettative, producono meme in serie (qualcuno divertente, come quello in cui Esposito diventa papa Pio III o l’altro in cui sostituisce Diego nel murales dei Quartieri Spagnoli), ma sotto sotto sanno che il ragazzo si farà. Anche presto, per il bene della Nazionale e non solo dell’Inter.



