Nessun gol a Washington, ma con un 2-2 all'ultima giornata tra il Real e gli austriaci i sauditi sarebbero fuori anche se battessero di goleada il Pachuca, già fuori
Tanto rumore per nulla. Salisburgo e Al Hilal ci provano a modo loro ma non riescono a segnare e a prevalere sull'avversario. Uno 0-0 che sembra andare meglio agli austriaci, saliti a quota 4 punti con il Real che affronteranno giovedì notte. Con un 2-2, anche se i madridisti sono poco portati per i biscotti, le due squadre renderebbero vana anche un eventuale goleada degli Inzaghi boys contro il Pachuca, già eliminato, perché in caso di arrivo a tre non conta la differenza reti generale ma quella negli scontri diretti (che sarebbe nulla, con tre pareggi) e dopo i gol segnati nei suddetti incroci. Ripercussioni che interessano anche la Juve, che agli ottavi incrocerà una delle qualificate di questo girone.
senza mitrovic
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Inzaghi ripropone lo stesso undici che all'esordio aveva fermato il Real mentre Letsch ne cambia due, con Diabate che rileva Sulzbacher nel cuore del gioco e Onisiwo che viene preferito a Ratkov per affiancare Baidoo in attacco. Il pallino è da subito nei piedi dei sauditi, con Neves che fa girare la squadra dettando tempi e movimenti. Al suo fianco Nasser va a singhiozzo, mentre Milinkovic è il granatiere con libertà di annusare le zolle giuste, ora muovendosi da mezzala, ora tra le linee. L'ex Lazio è una sorta di regista offensivo e porta la solidità che manca alle ali, con Malcom che promette bene (assist a Cancelo che spreca) ma poi si perde in troppi dribbling e Salem che si fa prendere presto le misure da Lainer. Il problema per Inzaghi comunque è al centro dell'area, dove Leonardo fa di nuovo rimpiangere l'infortunato Mitrovic.
gestione
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Forte della vittoria all'esordio col Pachuca, il Salisburgo gioca più coperto aspettando la fiammata con cui ripartire. Ci riesce due volte, con Onisiwo e Mellberg, che però sbattono contro super Bounou. Con l'ingresso a inizio ripresa del 18enne svedese (figlio di Olof, ex difensore della Juve), gli austriaci passano a tre dietro, con Lainer e Kratzig a tutta fascia, mentre Nene e Gloukh si stringono ai lati di Bidstrup. Qualcosa di più si vede, ma anche i ragazzi di Letsch danno l'idea di essere troppo leggeri in attacco. Un peccato, perché nel finale l'Al Hilal, che ha un'età media vicina ai 30 anni, ha la lingua di fuori. Tutto rimandato all'ultima giornata, sperando che non ci scappi il biscotto.