"È tempo di misure e strategie
coraggiose: abbiamo l'opportunità unica di portare dagli Stati
Uniti all'Italia studenti e scienziati e non dovremmo
sprecarla". Lo ha detto il premio Nobel per la Fisica 2021
Giorgio Parisi, intervistato da La Stampa.
Per Parisi oggi la situazione è "completamente ribaltata
rispetto al passato: se dagli anni 30 in poi gli Stati Uniti
hanno avuto praticamente la supremazia sulla scienza tanto da
attirare all'interno dei suoi confini un enorme flusso di
scienziati da tutto il mondo, Italia compresa, ora potrebbe
verificarsi il contrario".
"Dal secondo dopoguerra - nota il Nobel - scienziati come
Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Renato Dulbecco, giusto per
citarne qualcuno, sono emigrati Oltreoceano, dove hanno prodotto
risultati notevoli. Ma per essere altrettanto fortunati dovremmo
mettere gli scienziati statunitensi nelle condizioni di voler e
poter scegliere il nostro Paese come luogo per portare avanti i
loro progetti di ricerca. Non si tratta affatto di una cosa
semplice, considerato che la ricerca da noi è sottofinanziata
ormai da moltissimo tempo".
Perché l'Italia diventi attrattiva "servono investimenti che
purtroppo fino ad oggi non siamo stati in grado di fare bene.
Dobbiamo offrire garanzie sul lungo periodo in modo tale che se
uno scienziato viene qua dagli Stati Uniti sa che il suo lavoro
non sarà di nuovo in pericolo dopo pochi anni. In Italia,
purtroppo, quando cambiano i governi, cambiano anche gli
scenari".
Per Parisi "la ricerca si fa con i finanziamenti. Ma non
bastano solo questi. Gli Stati Uniti sono stati per lungo tempo
una meta ambita anche e soprattutto per i grossi laboratori che
hanno saputo costruire nel tempo investendo ingenti risorse. Per
essere competitivi dunque bisogna poter offrire delle
infrastrutture importanti e dei grossi laboratori".
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