Panchine, mercato e chi è fuori dal progetto. Juve, è il Mondiale della verità

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Questa squadra sembra poter davvero fare a meno di alcuni giocatori. E col mercato aperto, alcuni elementi della squadra che è ora negli Stati Uniti non è detto che siano parte della rosa della prossima stagione

Guendalina Galdi

Giornalista

27 giugno 2025 (modifica alle 22:44) - MILANO

Scelte di campo, turnover e indicazioni di mercato. Nelle decisioni di Tudor al Mondiale per club c’è tutto questo. Ci sono i giocatori imprescindibili, quelli che è meglio rimangano e chi sembra non essere più parte del progetto. Basta vedere come gira la squadra e di conseguenza chi c’è, chi subentra, chi colleziona solo panchine e chi non compare nemmeno in distinta e si accomoda in tribuna. E partiamo da qui. “Abbiamo preferito non convocare Weah e Mbangula per questioni di mercato. Basta così”, spiega un telegrafico Tudor dopo il 5-2 subìto dal City.

Appena uscite le ufficiali, l’assenza dei due non ha lasciato indifferenti. Dritti in tribuna, nemmeno in panchina. Gli sfoghi, polemici, sui social di entrambi poi hanno fatto il resto e la conferma di Tudor nel post partita ha tolto qualsiasi ulteriore dubbio. L’intenzione della Juve è di chiudere una doppia operazione in uscita con il Nottingham Forest per 25 milioni più bonus e l’affare per ora non sembra aver risentito di questi mugugni, né della dura reazione dell’agente di Weah: “Nessuno spingerà uno dei miei giocatori ad andare giocare a destra o a sinistra come una marionetta. Weah è un giocatore e un compagno di squadra fantastico: vedere gente comportarsi così per soldi ed egoismo mi ha deluso molto”. 

dov'è douglas?

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Una presa di posizione netta che dunque non cambia la volontà della società che ha messo sul mercato lo statunitense e il belga. Fuori dalla squadra e dal progetto, un po’ come Douglas Luiz che sembra un corpo estraneo nella squadra che l’anno scorso l’ha accolto per 50 milioni di euro. Con Tudor in campionato è sceso in campo 37 minuti in totale, al Mondiale invece si è visto per 45 minuti – subentrato a Thuram nella ripresa contro l’Al Ain – sui 270 a disposizione fin qui giocati. Le due panchine di fila sembrano un ulteriore segnale del fatto che questa Juve possa fare a meno di lui, ancor di più qualora dovessero riattivarsi dei contatti concreti con la Premier per tornare lì dove si era espresso il miglior Douglas.

insufficienze

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“Gli infortuni mi hanno ostacolato, sì, ma per quanto tempo sono rimasto in panchina mentre ero in salute?” aveva lamentato proprio il brasiliano sui social, sfogandosi senza strappare col club: “Non sono venuto qui solo per pubblicare foto. Voglio dimostrare il mio valore alla Juve”. Certo è che farlo seduto a bordocampo non è il massimo. E Madama anche a centrocampo continua a guardarsi intorno: El Aynaoui, mediano marocchino del Lens, è solo l’ultimo nome comparso sul taccuino di Comolli. Nico Gonzalez è tornato titolare sulla trequarti contro il City ma le partite da 6 in pagella sono (e sono state) ben altre. Per l’argentino sembra che valga un po’ lo stesso discorso di Douglas: la Juve sembra davvero poter fare a meno di lui ora che le gerarchie sono cambiate, così come le valutazioni sul futuro della squadra e in un momento come questo in cui, col mercato aperto, molte cose possono cambiare prima dell’inizio della prossima stagione. Discorso che fa tornare d'attualità la situazione Vlahovic, il numero 9 che segna a giochi fatti, il titolare dell'altra Juve, quella senza Kolo Muani dal primo minuto. Questione di (seconde) scelte e di quanto ha detto, o confermato, finora questo Mondiale.

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