“Pan e Balon”: la mostra che racconta i cinque eroi di San Lorenzo Isontino arrivati in Serie A

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Nel cuore della campagna goriziana, viene celebrata l'incredibile storia di Ivano Blason, dei fratelli Toros e dei cugini Orzannati, nati nello stesso paese e diventati protagonisti della Serie A negli anni Cinquanta

Gabriele Lussu

10 maggio - 22:11 - MILANO

Entrando nella sala consiliare che ospita la mostra si ha l’impressione di tornare indietro nel tempo. Le foto in bianco e nero, le maglie di stoffa a maniche lunghe, i palloni di cuoio, gli articoli di riviste e giornali dell’epoca: tutto riporta agli anni Cinquanta. Quando San Lorenzo Isontino, paesino di 1200 abitanti della campagna goriziana, aveva cinque giocatori in Serie A. Ivano Blason, i cugini Alberto e Bruno Orzan, i fratelli Guglielmo e Riccardo Toros: partiti dalla stessa piazzetta e arrivati sui campi più importanti d’Italia e non solo. Una favola ben raccontata dalla mostra - intitolata "Pan e Balon" da un articolo scritto da Franco Zuccalà nel 1972 - che celebra quegli anni di gloria per la comunità locale, ripercorrendo le carriere e i traguardi raggiunti dai "fantastici cinque". 

i protagonisti

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Nati tra il 1923 e il 1931, i ragazzi di San Lorenzo sono stati protagonisti con alcune delle squadre più importanti del nostro campionato. Guglielmo "Memo" Toros e Bruno Orzan hanno giocato a lungo nella Pro Patria: il primo, esterno a tutto campo, vanta più di 170 presenze e 28 gol in Serie A; il secondo, centrocampista, è stato capocannoniere della squadra nella stagione 1955-56, quando segnò anche una doppietta al Milan. Ivano Blason, il più anziano del gruppo, è ricordato come il primo libero in Italia: terzino con la maglia della Triestina, ha cambiato ruolo sotto la guida di Alfredo Foni all’Inter, con cui ha vinto due scudetti. Per lui anche una presenza in Nazionale durante il mondiale brasiliano del 1950. Riccardo Toros, portiere, è invece uno dei sei giocatori ad aver vinto due scudetti consecutivi con due squadre diverse: il primo al Milan nel 1955, il secondo alla Fiorentina, dove rimase tre stagioni (impreziosite da tre presenze in Coppa dei Campioni e una storica sfida con il mitico Lev Jašin). A Firenze è stato compagno di squadra di Alberto Orzan, il più giovane e il più vincente dei cinque: inserito nella Hall of Fame della squadra viola, oltre al campionato ha vinto, da capitano, la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe nel 1961, primo trofeo Uefa vinto da una formazione italiana. 

la mostra

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Inaugurata ieri pomeriggio con un evento che ha visto protagonista, tra gli altri, Edi Reja, la mostra rappresenta un’occasione unica per rivivere un pezzo di storia e riscoprire, attraverso il calcio, valori come il sacrificio, il coraggio e l’umiltà. "Ho voluto fare un omaggio alla memoria, allo sport e all'identità di un territorio" spiega Paolo Toros, figlio di Riccardo a cui si deve la realizzazione dell’iniziativa. Aperta fino a domenica 18 maggio, la mostra - ricca di cimeli - celebra la storia di cinque amici riusciti a realizzare i propri sogni.

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